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La sicurezza pubblica in vista delle elezioni politiche

Piero Innocenti il . L'analisi

rapina_rimini.jpgStando ai dati statistici (non consolidati) sull’andamento della delittuosità in Italia nel 2017, all’inizio di dicembre, erano stati circa 2.300.000 i delitti denunciati dai cittadini alle forze di polizia contro i poco meno di 2.500.000 ( questi definitivi) dell’anno prima. Il decremento non indica, come abbiamo scritto più volte, un calo di reati (nel quinquennio 2011/2015 erano stati, mediamente, circa 2.800.000 l’anno) – e quindi una maggiore sicurezza – per il semplice motivo che si tratta di statistiche che vengono elaborate non tenendo conto dei delitti che non più denunciati dai cittadini per molteplici motivi. A questi si aggiunga che i dati non includono le (tante) denunce di furti tentati, per esempio in abitazioni, che non trovano “spazio” nelle singole voci dei tabulati predisposti nella raccolta di tali dati dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale (Dipartimento della Pubblica Sicurezza). Furti in generale che rappresentano, mediamente, circa la metà del delitti denunciati – a dicembre 2017, sono stati, infatti, circa 1.200.000 e nel 2016 addirittura quasi il 60%, cioè oltre 1.300.000, sul totale dei delitti denunciati.

L’azione di contrasto delle forze di polizia (a ranghi sempre più ridotti) ha portato negli ultimi cinque anni, mediamente, alla “scoperta” di poco meno di un quarto dei delitti denunciati e alla segnalazione all’autorità giudiziaria di oltre 900mila persone (in gran parte in stato di libertà) di cui un terzo di nazionalità straniera. Le abitazioni, come accennato, sono quelle prese di mira dai ladri che hanno continuato senza sosta con le loro “visite”, anche nel periodo delle festività natalizie. Senza risparmiare quelle le canoniche: come è accaduto nel cremasco, dove si sono contate ben otto incursioni di ladri oltre ad una decina in abitazioni e altrettante rapine in esercizi pubblici.

Furti a ripetizione anche nelle case in molte zone di Roma nella parte finale del 2017 con almeno duecento appartamenti svaligiati tra Natale e Santo Stefano. Ma anche in altre città non è andata meglio: a Livorno si contano oltre mille furti in più in tutto il 2017 rispetto al 2016 e a Salerno un aumento di circa il 25% di furti nelle case. Bologna è, secondo i dati di Confabitare, in testa alla classifica dei furti in appartamento con un incremento di circa il 30% rispetto al 2016, seguita da Milano, da Torino ( con un 28%) e da Roma (27%).

Episodi sgradevolissimi che lasciano uno strascico di ansie e paure in chi li subisce. Basti pensare ad uno degli ultimi gravi fatti, accaduto a Grosseto il 4 gennaio scorso, in cui un’intera famiglia, tra cui una bambina di tredici anni e una di un anno e mezzo, è stata sequestrata e rapinata in casa da tre uomini stranieri incappucciati e armati coltello.

Il 2018, insomma, è iniziato ancora con l’incubo in molte città di incursioni banditesche, anche violente, in casa e nei negozi. Come è capitato a Vicenza dove due commessi di un negozio sono stati picchiati con un bastone dopo aver tentato di bloccare due ladri; a Pordenone dove un bambino di appena dodici anni è stato colpito con un pugno, perdendo i sensi, sferrato da un ladro che si era introdotto in casa. Violenza che spesso si accompagna a forme di vandalismo come è capitato negli ultimi giorni in diversi negozi ad Empoli e zone vicine con tombini di ferro scagliati contro le vetrate per arraffare qualcosa.

L’escalation di furti nelle case non si è arrestata a Genova dove la polizia, nella notte di Capodanno, ha dovuto annotare ben dodici furti nelle abitazioni; e neppure nella provincia di Siena, dove il sindaco di Murlo ha chiesto “aiuto” al prefetto dopo ripetuti furti e tentati furti nelle case di molti cittadini, o ad Arezzo, dove il direttore della Confesercenti ha chiesto “pattugliamenti no stop” dopo tre rapine in una settimana in danno di commercianti, e a Ravenna dove per quattro volte in un mese i ladri hanno svaligiato lo stesso bar.

Anche il calo in tema di delitti collegati al traffico e allo spaccio di stupefacenti rilevato in alcune province e sottolineato come segnale positivo da parte di alcuni rappresentanti delle forze di polizia, viceversa, va interpretato come azione meno incisiva nella repressione di un fenomeno criminale sempre più diffuso e incontrollabile. Il sequestro di circa 100 tonnellate di stupefacenti nel 2017 da parte delle forze di sicurezza e delle dogane sta infatti ad indicare chiaramente come, in Italia, il traffico e lo spaccio occupino sempre il primo posto nelle attività criminali.

Sicurezza pubblica: una cronaca quotidiana impietosa

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