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I commedianti sulla sicurezza pubblica

Piero Innocenti il . SIcurezza

polizia municipaleNon so in quanti abbiano compreso che sul tema della sicurezza pubblica si giocherà buona parte del consenso dei cittadini alle elezioni politiche della primavera del 2018. Certo il lavoro, la disoccupazione giovanile, il debito pubblico, lo ius soli, le banche, l’assillo di Bruxelles sui “conti che non tornano” mai, la capitale sempre “meno attrattiva” per le imprese (lo ha detto il ministro Calenda un paio di giorni fa toccando anche il punto della sicurezza a Roma), sono argomenti importanti dell’agenda politica.

Ma quello della sicurezza e di alcune sue preoccupanti manifestazioni come lo spaccio di stupefacenti, la criminalità predatoria, l’immigrazione clandestina, la prostituzione, i fenomeni di devianza giovanile, la pervasività delle mafie italiane e straniere, sarà quello che potrà determinare una concentrazione di voti su chi ne parlerà seriamente, con programmi realizzabili o, viceversa, concorrerà ad aumentare la folta schiera dei cittadini che non vanno più alle urne. Cittadini che, in molte città si sono andati organizzando nel tempo, costituendo gruppi di controllo del vicinato (sarebbero già operativi in 12 regioni), comitati per la sicurezza, sentinelle cittadine, in alcuni casi ronde (da parte di gruppi e movimenti dell’estrema destra) ed altre iniziative similari.

L’obiettivo dichiarato è quello di coadiuvare le forze di polizia nella vigilanza, ma pochi sanno che, con una chat su whatsapp, è possibile farlo in quanto si crea una sorta di piccola comunità, con un referente, per le segnalazioni sospette nel controllo del territorio, e già sarebbe sufficiente questa partecipazione possibile da parte di tutti, per non dare spazio e, soprattutto, crisma di ufficialità (come è capitato in alcune città) a talune di queste iniziative. Certo la gente deve collaborare con le forze di polizia, ma attività come quelle che si vogliono espletare durante le “passeggiate serali-notturne” , di vigilanza, di controllo del territorio, di osservazione, di annotazione, rientrano, come  ho scritto altre volte, in quella funzione di polizia di prevenzione che spetta agli organismi statali e di polizia locale svolgere.

Già a settembre scorso avevamo segnalato questo fiorire di “gruppi di volenterosi” (talvolta stimolati anche da alcuni sindaci) in “marcia” nelle strade di Niguarda (Milano), a Sesto San Giovanni, in alcune zone di Bologna, a Fano, Urbino, Macerata, Ferrara, Sassari. Avvicinandosi le elezioni politiche, la sicurezza dei cittadini diventa ancor di più il tema coinvolgente e quello più fruttuoso  per raccogliere voti. Così, in questo lungo periodo di campagna elettorale, si sono susseguite altre iniziative, a ottobre e in questa parte finale dell’anno, spacciate come “modello di sicurezza che funziona”(a Potenza Picena- Macerata).

Se, a Genova, le preannunciate (con volantini) ronde di Forza Nuova, per la serata del 25 novembre, con tanto di “perlustrazione di strade e piazze” nella zona della Foce, per la “tutela dei cittadini”, hanno fatto storcere il naso persino all’assessore leghista del capoluogo ligure, altri “servizi” d’ordine, in altre città, vengono assicurati dopo riunioni alle quali hanno preso parte anche esponenti delle forze di polizia. E’ successo a Mirano (Venezia), dove in questi ultimi giorni sono cresciute le adesioni alla rete di vicinato, a Cassino (Frosinone), dove i comitati “si armano” con ronde automontate e whatsapp, a Modena dove si costituisce (11 novembre) addirittura l’Unione dei Comitati per la Sicurezza, raggruppando alcune zone della città, a San Martino in Rio, nella confinante provincia di Reggio Emilia, dove il sindaco presenta (7 novembre) il progetto di controllo di vicinato  “per prevenire i crimini”, a Gallarate (Varese), dove giovani e pensionati vanno in strada (5 ottobre) dopo il tramonto (!) per controllare e tenere lontani i malintenzionati, a Lugo, nel ravennate, dove sono sorti altri gruppi per “sostenere le forze dell’ordine”.

In questa sorta di commedia italiana (e tale non è perché l’insicurezza è reale) c’è chi invoca l’intervento dell’esercito (Monza Brianza), chi lo ha già ottenuto (Vicenza e Siena), mentre tutto sarebbe stato più “normale” se, negli anni passati, si fosse provveduto a immettere nuove forze nei ranghi della Polizia di Stato e nell’Arma dei Carabinieri, con nuovi arruolamenti e, nell’attesa, si fossero recuperate le tante risorse umane delle due forze di polizia, in alcuni casi sottoutilizzate, anche a livelli di uffici centrali,i n altri casi togliendole dai tanti, troppi servizi di scorta che ancora vengono assicurati a chi non ne avrebbe più titolo o bisogno. Ma, quando si tocca questo tasto quasi tutti fanno orecchie da mercante e la “commedia” prosegue.

A proposito della vicenda di Como

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