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Le ricchezze sottratte alle mafie dalla DIA

Piero Innocenti il . Mafie

terreni-sequestrati-legalitaL’individuazione e l’aggressione ai patrimoni delle mafie è ritenuta, da anni, prioritaria nelle attività di repressione e, sotto questo aspetto, sono considerevoli i dati riguardanti i sequestri e le confische di beni operati nei confronti di persone organiche o comunque collegate a vario titolo a tali organizzazioni criminali, inclusi i soggetti ai quali vengono intestati fittiziamente detti beni. A darne conto, a partire dal 1998, le relazioni semestrali presentate (poco lette e studiate), ogni anno, dai Ministri dell’Interno al Parlamento sulle attività e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) in cui, in apposite sezioni, sono riepilogate tali attività che trovano fondamento, principalmente, nella legge 31 maggio 1965 n.575 (“Disposizioni contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere”) e successive modifiche e integrazioni, nell’art.321 (“Oggetto del sequestro preventivo”) del c.p.p., nell’art. 12 sexies (“Ipotesi particolari di confisca”) del DL. 8 giugno1992 n.306 (“Modifiche urgenti al nuovo codice di procedura penale e provvedimenti di contrasto alla criminalità mafiosa”) e successive modifiche e in altre norme.

Nel contesto, dunque, di investigazioni preventive e giudiziarie che richiedono una notevole preparazione tecnico-giuridica, sono state adottate misure di prevenzione patrimoniali con il sequestro e, in buona parte, successiva confisca, di migliaia di beni immobili e mobili, societari e finanziari, centinaia di imprese, attività commerciali, rapporti bancari, quote societarie, disponibilità finanziarie, conti correnti bancari ecc..Il controvalore di tali beni tolti a cosa nostra, alla ‘ndrangheta, alla camorra, alla criminalità organizzata pugliese-lucana e ad altre organizzazioni criminali, dal 1998 alla fine del 2016, secondo quanto annotato annualmente nelle citate relazioni, ammonta complessivamente a circa 21 miliardi di euro (più precisamente, 813.142.485.000 lire dal 1998 al 2001, pari a circa 426miloni di euro e 20.259.978.591 euro dal 2002 al 2016 incluso). Si tratta di risultati che scaturiscono da attività preventive in cui sono diverse le figure (il direttore della DIA e i Procuratori della Repubblica sulla scorta di indagini della DIA) che hanno un autonomo potere di proposta di sequestro. Così come le confische sono conseguenti a sequestri proposti dal direttore della DIA o disposti dall’ A.G. in esito a indagini della DIA.

Il valore più elevato di beni sequestrato nei diciannove anni esaminati (dal 1991, anno di istituzione della DIA, al 1997 non sono pubblicate le relazioni sul sito ufficiale della Polizia di Stato) si è avuto nel 2013 con 3.766.431.298 euro e quello più basso nel 2002 con 110.161.184 euro. Nel 2016, il controvalore dei beni a dette misure ablative è stato pari a 940.457.444 euro scendendo, per la prima volta negli ultimi nove anni, sotto il miliardo di euro. Abbiamo accennato alla elevata professionalità che si richiede per questo tipo di indagini che la DIA riesce a svolgere grazie alla sua composizione interforze e alla sinergia con la magistratura, in particolare al coordinamento puntuale della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNAA).

Criticità, in passato sicuramente maggiori, si incontrano ancora nella  gestione di tutti i beni e nella loro destinazione, che è affidata alla Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni (ANBSC)confiscati alla criminalità organizzata, istituita con il decreto legge 4 febbraio 2010 n.4 – convertito, con modifiche, dalla legge 31 marzo 2010 n.50 e recepita dal Codice Antimafia. La restituzione dei beni alla collettività è l’obiettivo fondamentale dell’Agenzia, ma perché questo servizio funzioni occorrono più addetti degli attuali cento distribuiti nella sede principale di Reggio Calabria e in quelle secondarie di Roma, Palermo, Milano e Napoli, ed è necessario superare le difficoltà nella trasmissione e nella completezza delle informazioni sui beni confiscati, adeguando gli strumenti informatici per una mole di lavoro davvero notevole.

Lavoro particolarmente complesso anche per individuare e sequestrare i tanti patrimoni illeciti costituiti dalle nostre mafie in gran parte dell’Europa. Si vedrà, nei prossimi mesi, se sta cominciando a produrre qualche effetto il d.lgs 29 ottobre 2016 n.202 di attuazione della direttiva 2014/42/UE sul congelamento e la confisca dei beni e dei proventi di reato in ambito UE. Con questo provvedimento, peraltro, il nostro Ministero della Giustizia dovrà comunicare alla Commissione Europea, ogni anno, i dati statistici sui sequestri preventivi, le confische eseguite ed il valore stimato dei relativi beni.

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