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Festambiente 2017. Mafie, legalità e il pensiero al caso Alpi

Donatella D'Acapito il . Toscana

“Ifestambiente 2017l bene comune della lotta alla mafia”. Questo il tema del dibattito che ha visto insieme, anche quest’anno, Legambiente e Libera a Rispescia, in provincia di Grosseto, in occasione della 29° edizione di Festambiente. Una momento per discutere insieme a Rossella Muroni, presidente dell’associazione ambientalista, al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e a don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Molti i temi toccati: dalla gestione dei beni confiscati, alle novità del codice antimafia, dallo ius soli al ruolo della Chiesa e della politica per la costruzione di una società migliore.

Un incontro che, unità di vedute a parte, ha visto i relatori indicare dei punti fermi che valgono per tutti, nessuno escluso.

“Ci possiamo permettere tutto tranne che, chi ha in mano il vessillo dell’antimafia, sia sporcato da vicende di corruzione. E purtroppo questo è avvenuto, facendo male all’antimafia più di qualunque altra azione di mafia”, ha detto chiaramente il ministro Orlando riferendosi a episodi riguardanti la gestione dei beni confiscati. E sempre su quest’argomento ha aggiunto: “Non possiamo più permetterci di aggredire beni e confiscare patrimoni e poi vedere questi patrimoni, una volta che passano in mano allo Stato, stiano poi per molto tempo in una situazione di incuria o, addirittura, sottoposto ad atti di vandalismo”. Poi il guardasigilli ha ricordato come la politica debba avere il coraggio di dettare l’agenda per il Paese, a volte anche proponendo argomenti scomodi che non suscitano la totale approvazione dell’opinione pubblica. Ha sottolineato che è necessario affrontare tutte le difficoltà del Paese e non concentrarsi su quelle che la comunicazione impone come urgenze.

“Penso che sia un dovere morale – ha concluso Orlando – approvare la modifica al codice antimafia e credo che sia giusto farlo proprio nel venticinquesimo anno dalle stragi di Palermo. Credo che si possa fare uno sforzo per portare a compimento un lavoro importantissimo non solo perché offre alle forze dell’ordine e alla magistratura nuovi strumenti di contrasto alla criminalità organizzata che, ahimè, è sempre meno nell’agenda e nella comunicazione pubblica, ma non per questo è meno presente sul nostro territorio. Ritengo sia importante sottolineare come questo può essere uno strumento per gestire al meglio una massa di beni sottoposti a sequestro che spesso versano in condizioni di degrado e rischiano una progressiva svalutazione”.

“Dove viene calpestata la dignità delle persone, non si può e non si deve tacere”, ha detto don Luigi Ciotti. “Politica – ha continuato – vuol dire partire dai bisogni e dalle speranze delle persone, dalla loro vita concreta. Vuol dire pensare alle persone in quanto persone, non come elettori a cui strappare il consenso. Desideriamo una politica non condizionata dalle cricche, dalle lobby, dagli interessi delle multinazionali. La politica è etica della comunità, nasce per governare le città, per garantire la giustizia sociale e la pacifica convivenza, una politica senza etica è puro esercizio di potere e oggi in troppe realtà c’è un divorzio tra etica e politica. Noi non siamo cortigiani di nessuno: Libera è apartitica ma non apolitica, perché collabora con la politica  perché politica è servizio per il bene comune. Perché la democrazia torni a essere “potere del popolo” è necessario che la politica torni a parlare con le persone e non alle persone. E necessario che agisca con loro, non al loro posto”. Nel suo intervento don Luigi ha anche parlato di ius soli: “Si parla e si polemizza oggi sulla doverosa cittadinanza alle persone di famiglia straniera nate in Italia, dimenticando spesso che appunto di persone si tratta. E che di fronte alle persone, prima ancora dello ius soli, viene lo ius della coscienza, ossia il dovere, se vogliamo davvero dirci umani, di metterci nei panni degli altri”.

Facendo riferimento ai giovani, il presidente di Libera ha poi raccontato di come ne incontri tanti ogni giorno: giovani pieni di talento e passione e che, ancor di più, non vanno illusi: “I giovani vanno sostenuti, incoraggiati, ma anche dotati degli strumenti necessari per realizzare le loro capacità, il loro amore per il bene comune. Non farlo significa uccidere la speranza. La scuola e il lavoro sono le priorità di una società aperta al futuro. Diamo ai giovani quello che gli spetta e saranno loro, gli esclusi di oggi, a indicarci e a costruire la strada del domani. Non parliamo allora di crescita delle disuguaglianze, ma di crescita delle ingiustizie. Disuguaglianza è un concetto astratto, che rimanda a una differenza matematica. Ingiustizia è un concetto che richiama il sopruso del forte verso il debole. Riconosciamo allora che alla base di una disuguaglianza c’è sempre un’ingiustizia”.

Proprio perché ognuno può e deve fare la propria parte, la serata si è conclusa con la consegna dei premi “Ambiente e Legalità” ad amministratori locali, giornalisti, rappresentanti delle forze dell’ordine, aziende, magistrati che si sono distinti per il loro impegno nella lotta alle ecomafie.

targa ilaria alpi miran hrovatinFra i premiati, un riconoscimento alla memoria è andato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi mentre stavano cercando con il loro lavoro di fare luce sul traffico illegale di armi e rifiuti tra Italia e Somalia. A ritirare la targa, il collega e componente del comitato di redazione del Tg3 Fabrizio Feo.

Legambiente, Libera e il comitato di redazione del Tg3, hanno chiesto che non si fermino le indagini e che venga istituita una nuova commissione d’inchiesta che faccia luce sul duplice omicidio di Mogadiscio. E all’assenza di verità non si rassegna, come ha fatto in questi 23 anni, la signora Luciana Riccardi Alpi, mamma di Ilaria. Il 21 di luglio i suoi legali hanno depositato l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma. Primo elemento dell’opposizione, sarebbe l’incompetenza della Procura capitolina e la conseguente trasmissione di tutti gli atti alla Procura di Perugia. Ora starà al gip pronunciarsi.

Un premio, dunque, per ricordare che il caso Alpi non è chiuso, soprattutto dopo la sentenza in Appello di Perugia con cui è stato assolto Hashi Omar Hassan e nella quale si è parlato chiaramente di “un depistaggio di ampia portata”. Un premio per dire che non ci si può arrendere all’assenza della verità, anche se qualcuno lo sperava, magari appellandosi all’età che avanza della signora Luciana. Ma questo non accadrà e, soprattutto, Luciana non è sola.

Guarda i video del dibattito

Don Luigi Ciotti su Chiesa, politica e ius soli

Don Luigi Ciotti sulla confisca ai corrotti

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sul ruolo della politica

 

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