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Presentata la relazione ANAC 2016

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cantone-4Il 6 luglio 2017 il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha presentato alle Camere la Relazione annuale per il 2016, di cui sono qui sintetizzati gli aspetti principali.

Le novità del quadro di riferimento normativo. Nella parte prima della Relazione si mette in evidenza il rafforzamento del ruolo riconosciuto all’Autorità. In particolare, il nuovo codice degli appalti, tuttora in fase di implementazione, attribuisce all’Anac poteri di vigilanza, amministrativi, gestionali, sanzionatori (quest’ultimi utilizzati peraltro in modo molto selettivo) ed anche para-normativi volti, in particolare, al garantire lo sviluppo di migliori prassi da parte delle stazioni appaltanti, un migliore scambio di informazioni tra le Amministrazioni e la vigilanza sul settore degli appalti pubblici e delle concessioni: in questo contesto spettano all’Autorità interventi sia in fase di regolazione (linee guida, bandi-tipo, contratti-tipo etc) sia ex post (vedi da ultimo le previsioni contenute nel decreto legge n. 50 del 2017). Un importante ruolo è assegnato all’Anac anche dai provvedimenti in materia di ricostruzione volti a prevenire i fenomeni corruttivi e le infiltrazioni criminali grazie anche all’applicazione estensiva della certificazione antimafia e la vigilanza preventiva dell’Autorità.

Prevenzione della corruzione e trasparenza. La parte seconda della Relazione è dedicata all’analisi sperimentale degli indicatori di rischio corruzione (ed il conseguente spreco di risorse), strettamente funzionale all’attività di prevenzione, da applicarsi in primo luogo ai settori della gestione dei rifiuti, formazione, servizi sociali e contratti pubblici. Sono poi forniti elementi di valutazione sull’applicazione concreta dei Piani anticorruzione da parte delle diverse Amministrazioni, le cui criticità sono state tenute in considerazione ai fini del nuovo Piano nazionale 2016, volto a stimolare le Amministrazioni pubbliche (e i soggetti di diritto privato in controllo pubblico) alla ricerca delle soluzioni più idonee e a superare le difficoltà emerse in sede di attuazione, a partire dai comuni di minori dimensioni (per i quali è stata prevista una semplificazione della procedura), dedicando focus di approfondimento alle aree particolarmente esposte al rischio corruttivo (acquisti, tutela del territorio, valorizzazione dei beni culturali). Specifiche direttive sull’attuazione della normativa di prevenzione della corruzione e trasparenza sono state adottate per le istituzioni scolastiche, al fine di tener conto della loro autonomia didattica, organizzativa e gestionale, e per il settore sanitario, individuando le aree più vulnerabili ad abusi e corruzione. Un capitolo della relazione è dedicato all’istituto del whistleblower e alla sua attuazione concreta (si registra un aumento delle segnalazioni e della loro qualità) anche se per lo sviluppo di tale strumento appare necessario un intervento legislativo. Sono poi illustrate le principali novità introdotte dal decreto legislativo n. 97 del 2016 in materia di trasparenza, con particolare riferimento all’istituto dell’accesso civico generalizzato e all’estensione degli enti tenuti ad applicare la normativa (ad esempio le società in controllo pubblico).

La vigilanza sui contratti pubblici. La parte terza della Relazione, dopo un quadro analitico degli appalti in Italia (11 mld nel 2016 per gli appalti di importo superiore a 40.000 euro) con riferimento ai diversi settori (lavori, servizi, forniture, quest’ultimo l’unico in crescita), alle tipologie, alle procedure adottate e alle stazioni appaltanti coinvolte, fornisce un resoconto dell’attività di vigilanza esercitata dall’Autorità s(ulla base delle segnalazioni ricevute o d’ufficio) su singoli casi ovvero sull’attività contrattuale relativa all’affidamento di lavori, servizi e forniture di determinate stazioni appaltanti (come ad esempio quelle riguardanti l’Amministrazione di Roma capitale, l’Inps, l’Inail e l’Aci) o ancora per uno specifico evento (come l’Expo o il Giubileo).

La gestione commissariale delle imprese. La Relazione (cfr. capitolo 11) fornisce un quadro dell’attuazione delle disposizioni di cui al DL 90 del 2014, dei più significativi casi di commissariamento (Consorzio Cociv, Global Strarnet Limited, Tecnis, gruppo imprenditoriale “La Cascina”) e delle questioni interpretative aperte.

Conflitti di interesse. Il Presidente dell’Anac ha sottolineato la necessità di una revisione della normativa sulle situazioni di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, anche per superare i problemi interpretativi che hanno finora ostacolato l’azione dell’Autorità in questo campo.

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