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Le pietre d’inciampo dei ragazzi del Salento

Fabiana Pacella il . Puglia

mattonelle-pietre-inciampoMattonelle colorate di fiori,  soli e farfalle vivaci. Pietre d’inciampo si chiamano, e sono una dedica, un dono alla memoria di Peppino Impastato. E di chi come lui, ha pagato con la vita il diritto sacrosanto alla libertà e la schiena dritta. Da sud a sud.

Partiranno dal Salento direzione Cinisi, quelle pietre, a bordo del Veliero Parlante, progetto di contaminazioni positive che coinvolge 43 scuole  del tacco d’Italia, impegnate dal 2008 in una rete vasta e articolata di didattica attiva e laboratoriale, votata al recupero della memoria sana e della coscienza civile. Saranno portarle fisicamente alla Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, ci penserà lo staff del Veliero, al termine della manifestazione che  anche per il 2017 ha coinvolto centinaia di ragazzi degli istituti di ogni ordine e grado, insieme al corpo docente e alla coordinatrice, Ornella Castellano, nella creazione di elaborati di grande fantasia e contenuto profondo.

Gli adulti di domani, che lo scorso anno marciarono a Palermo percorrendo fieri e forti della pulizia della giovane età, quei cento passi tra la casa di Peppino e quella del boss Badalamenti, ancora una volta hanno scelto la memoria, seguita all’azione. Per non dimenticare, ed anzi perpetuare, testimoniare, dare linfa all’operato di figure esemplari.

Esiste un mondo intero in quei pochi metri, corre tutta una vita su quel marciapiede cittadino, si accendono speranze nuove su quell’asfalto bruciato dal sole del sud Italia. Il mondo giovanile che vuole cambiare in meglio e migliorare il proprio futuro, la vita di una società non più oppressa dal male, le speranze dei genitori nei confronti dei propri figli.

Cento passi segnano il cammino verso l’educazione alla cittadinanza attiva ed alla legalità.

Una sfida a singolar tenzone tra scuole e ancor di più tra idee, un compito difficile per la commissione di esperti chiamata a giudicare decine di lavori che diventeranno una mostra itinerante per i comuni della provincia di Lecce e non solo.

Ci sono i ragazzi, coi loro pennelli, la cartapesta e la terracotta. E gli occhi, orientati verso orizzonti differenti, e ancora possibili.

Per la sezione Cento Passi, a farla da padrona son proprio quei mattoni intrisi di bellezza, e le facce di Peppino. Disegnate, stampate, fotocopiate, disseminate qua e là quasi come se quel sopracciglio indagatore fosse voce viva. Pungolo imperituro.

 E c’è Renata, col fiore tra i capelli e gli occhiali grandi. Renata Fonte, anche lei vittima di mafia. Assessore comunale assassinato per aver difeso il diritto di una terra bella e  controversa come il Salento, a resistere alla cementificazione selvaggia delle coste.

A lei è dedicata la sezione Il giardino dei Melograni, che prevede la piantumazione di un albero ogni anno in una scuola diversa, dedicato a un “gigante”, i cui passi e le cui azioni hanno lasciato segni indelebili nella storia del Paese e nella memoria collettiva.  Alle figlie di Renata, Viviana e Sabrina Matrangola, il compito di parlare ai ragazzi. Testimoniare. Ancora.

Perché non ci si stanchi, perché il tempo non cancelli ma anzi diffonda e trasmetta, oltre paralleli, meridiani e lancette.

Alle pistole ad acqua del malaffare, i ragazzi del Salento hanno deciso di rispondere con l’artiglieria pesante del sorriso e del coraggio.

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