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Milano, Murales legalità

il . Brevi, Lombardia

proiezione-murale

Sabato 6 maggio 2017 sarà una giornata di inaugurazioni nello storico quartiere dell’Ortica, un quartiere ricco di cultura, cantato da Jannacci e da Nanni Svampa, raccontato da pellicole come “Miracolo a Milano” e “Rocco e i suoi fratelli”.

Con un significativo intreccio tra vissuti e generazioni, la Cooperativa edificatrice Ortica e la cooperativa sociale Il Melograno Onlus presenteranno due progetti che hanno come filo conduttore la diffusione della creatività e delle arti, insieme al rafforzamento dei legami comunitari.

Alle 10.00, in via San Faustino 5, verrà inaugurato il murale “I volti della legalità”, dedicato a personaggi che si sono distinti per l’impegno civile nel contrasto alla criminalità organizzata: Emilio Alessandrini, Giorgio Ambrosoli, Tina Anselmi, Mauro Brutto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Lea Garofalo, Walter Tobagi. L’opera è stata realizzata dal celebre duo di artisti urbani Orticanoodles in collaborazione con gli studenti delle scuole superiori della zona (Liceo linguistico Manzoni, Istituti Pasolini e Vespucci) e dalla Laba – Libera accademia di belle arti di Brescia. Un regalo di bellezza e colore per il quartiere da parte di un folto gruppo di organizzazioni: Anpi, Anppia, Aned, Circolo dell’Ortica, Cooperativa Edificatrice Ortica, Coop. Seao, Fiap, Il Melograno Onlus, Teatro dei Martinitt, Balera dell’Ortica. Uno strumento per trasmettere ai giovani la memoria e il senso dell’impegno per la legalità e i diritti. Saranno presenti all’inaugurazione le autorità cittadine e del Municipio 3. Nel corso dell’evento si esibiranno la rock band “Nemesis” e MC (“maestro di cerimonia”, cioè cantante rap) Kairo, che presenterà un brano inedito.

CONTESTO

A fronte della crisi economica che ha portato ad una riduzione di risorse a disposizione degli enti locali, alcuni edifici stanno subendo un progressivo deterioramento, che porta con sé una perdita di affezione e cura da parte dei residenti e degli utenti del quartiere fino a generare sfiducia verso le istituzioni pubbliche. Insieme a questa degradazione estetica, si verifica anche un progressivo appiattimento culturale verso i beni comuni. L’importanza di questa progetto, e’ quella di trasmettere valori  ai ragazzi che vivono in quartieri dove la strada e’ a portata di mano e dove magari invece si cercano stimoli nuovi per permettere di incontrarsi e socializzare in maniera sana. Il nostro intervento di arte pubblica si svolgerà in V. S. Faustino, con un intervento artistico atto a riqualificare il quartiere Ortica della zona 3 di Milano, tra le altre già interessata da questo fenomeno. Arte pubblica  in città quale messaggio educativo.

L’ intenzione è realizzare un murales, con l’ intervento di writers internazionali come Orticanoodles che, nel caso specifico del progetto, costituiscono un valore aggiunto in quanto abitanti nel quartiere Ortica.

Il progetto prevede, per i giorni di realizzazione, l’intervento attivo dei ragazzi frequentanti alcune scuole del quartiere, quali Manzoni, Molinari, Natta, Pasolini e Vespucci che saranno coinvolte nel progetto con laboratori e lezioni sulla street art –arte pubblica di strada- a scuola alla presenza degli artisti.

Il progetto avrà un duplice obiettivo: riqualificare i luoghi urbani dell’intervento conferendo loro nuova dignità, attraverso un percorso partecipato e condiviso dagli abitanti del territorio e una collaborazione attiva fra i soggetti direttamente coinvolti nelle opere: scuole e abitanti del quartiere, al fine di generare relazioni virtuose, propositive, rigenerative.

Il coinvolgimento dei cittadini porterà a riappropriarsi del processo creativo dell’arte e a riconoscere con nuovi occhi il proprio territorio e le sue potenzialità.

IL TEMA

Portella della Ginestra, primo maggio 1947 : 11 morti e 27 feriti. La prima strage mafiosa dell’Italia repubblicana. A settant’anni da quell’evento che ha segnato, da subito, la nascita dell’Italia democratica, vogliamo ricordare quanti sono caduti per la difesa della legalità della nostra patria. Patria, la terra di un popolo. Un popolo che esce vittorioso sconfiggendo la brutale dittatura fascista e che nel 1946 decide di vivere in una Repubblica, la cui sovranità appartiene al popolo, che nel 1948 con la nascita della Costituzione vede sancire i propri diritti. Articoli che scolpiscono sulla pietra valori quali appartenenza, dignità, educazione, eguaglianza, giustizia, idealità, legalità, libertà, moralità, pace, possibilità, riscatto, solidarietà. Concetti e riferimenti spesso divenuti realtà, azione concreta, talvolta denigrati e sviliti ma sempre presenti, integri nel loro valore simbolico e materiale insieme. E allora la scelta di dipingere, colorare, rendere vivo un grigio muro di periferia per renderlo “porta d’accesso” a quei valori che rendono ogni donna e uomo soggetti liberi, cittadini coscienti e consapevoli. La consapevolezza che ci hanno trasmesso Emilio Alessandrini, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giorgio Ambrosoli, Mauro Brutto, Walter Tobagi, Tina Anselmi, Lea Garofalo.

 I loro, i nostri valori. A volte sconfitti, mai realmente perdenti.

 

I VOLTI

Emilio Alessandrini Sostituto Procuratore della Repubblica a Milano, condusse l’istruttoria sulla strage di Piazza Fontana, che portò all’incriminazione di alcuni appartenenti alla destra eversiva. Successivamente si occupò con particolare determinazione dell’organizzazione terroristica Prima Linea – oltre che allo scandalo finanziario del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi- e da un gruppo di fuoco di questa ucciso la mattina del 29 gennaio 1979.

Giorgio Ambrosoli commissario liquidatore della Banca Privata Italiana del banchiere siciliano Michele Sindona, sulla cui attività Ambrosoli stava indagando, scoprendo un intricato ed oscuro intreccio tra politica, alta finanza, massoneria e criminalità organizzata siciliana. Ucciso la sera dell’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato da  Sindona. Nessuna autorità pubblica presenziò ai funerali.

Tina Anselmi prima donna a ricoprire la carica di  ministro della Repubblica. Con il nome di battaglia Gabriella diventa staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti. Nel 1978 fu tra coloro che elaborarono la riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale, che unificò in ambito pubblico e nazionale la miriade di mutue/prestazioni prima divise territorio per territorio.  Nel 1981 è nominata Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2 di Licio Gelli. Muore il primo novembre 2016.

Mauro Brutto giovane redattore d’inchiesta del quotidiano l’Unità, indaga da tempo sugli investimenti economici della mafia siciliana a Milano. Luciano Liggio –uno dei grandi boss palermitani- viene arrestato proprio a Milano nel 1974 anche per alcuni articoli di taglio investigativi da lui scritti; lo stesso boss lo “condanna a morte” durante le fasi processuali che seguirono. Fece anche luce sugli strani intrecci in una serie di rapimenti gestiti dalla gang di Turatello/Epaminonda e i corleonesi, prima di essere investito a morte il 25 novembre 1978.

Carlo Alberto Dalla Chiesa partecipò alla guerra di Liberazione al termine della quale – laureatosi nel frattempo in Scienze Politiche con Aldo Moro – venne mandato in Sicilia dove investigò sull’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto (il cui mandante fu Luciano Liggio) stringendo una forte amicizia con Pio La Torre. Nel 1982 venne nominato prefetto a Palermo e già nel luglio di quell’anno stilò il Rapporto dei 162, in cui evidenziava pericolose collusioni tra apparati dello Stato e criminalità organizzata. Venne ucciso in un agguato mafioso il 3 settembre 1982.

Lea Garofalo testimone di giustizia su faide interne ad alcune famiglie della ‘Ndrangheta calabrese e per tale motivo uccisa a Milano -dove da tempo risiedeva- il 24 novembre 2009. Dopo la sentenza del 30 marzo 2012 che condanna sei imputati (tra cui Carlo Cosco, l’ex compagno) per sequestro di persona, omicidio e distruzione di cadavere, vennero rinvenuti a San Fruttuoso, frazione di Monza, circa 2000 frammenti ossei appartenenti a Lea. Il 18 dicembre 2014 la Corte di Cassazione conferma tutte le condanne precedentemente emesse.

Walter Tobagi giornalista del  Corriere della Sera, il prestigioso quotidiano cui approda dopo una lunga gavetta all’Avvenire e all’Avanti. Studioso di storia sociale e del movimento operaio, si interessa fortemente alle vicende del terrorismo che segnerà duramente la città di Milano. Viene ucciso il 28 maggio 1980 mentre stava dipanando la matassa costituita da estremismo di destra e loggia P2 e terrorismo di sinistra –sulla falsa riga del suo amico giudice Emilio Alessandrini-  e proprio da una banda d’armata di quest’ultimo viene colpito a morte.

Perciò il nostro omaggio. Rivolto a queste figure a prima vista distanti fra loro ma unite, tutte, da istanze di legalità che hanno contribuito alla nostra crescita collettiva sul piano etico e sociale.

Talvolta agendo in maniera eclatante, altre volte con discrezione ma l’operato, di tutti, come l’acqua per i pesci, non viene percepito in quanto facente parte ormai del nostro quotidiano ma che, come per l’acqua per i pesci, appena viene a mancare rivela la sua insostituibile preziosità.

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