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La violenza nelle città è reale

Piero Innocenti il . Senza categoria

imagesSi continua a speculare, da parte di alcune formazioni politiche ma anche di gente comune, sulla sicurezza nelle città, invocando nuove norme sulla legittima difesa e mentre chi cerca, con dati statistici alla mano, di evidenziare che la delittuosità è in (leggero) calo a livello nazionale, almeno per alcuni reati, i fatti di cronaca nera che si susseguono giornalmente in gran parte del territorio nazionale stanno a indicare una realtà ben diversa da quella rappresentata dai “numeri”. Il ritornello che, di tanto in tanto, sentiamo ripetere che la sicurezza è migliorata ed è la sua “percezione” che deve migliorare tra la gente, non è affatto convincente. Ed è inutile ricordare ogni volta che sono diminuiti gli omicidi rispetto al passato. Il vero problema della insicurezza diffusa nasce dalla violenza quotidiana alla quale centinaia di cittadini sono sottoposti nelle proprie case con furti e rapine in aumento, nelle strade, con aggressioni, anche a giovani donne, sempre più intollerabili, con lo spaccio di stupefacenti che sembra diventata la normale attività di molte persone, anziani, giovani studenti, mamme, per non parlare di quegli stranieri accolti in Italia e ai quali è stata garantito anche lo status di rifugiato o di protezione umanitaria e che sono entrati a far parte della folta schiera di pusher. Se è vero, e sul punto non ci sono dubbi, che poliziotti, carabinieri e finanzieri adempiono alle loro funzioni con immutato impegno (nonostante i molti momenti di sconforto e, talvolta, di avvilimento quando il servizio prestato è vanificato dalla rapida “rimessa” in circolazione dei delinquenti arrestati), è evidente che non funziona il sistema processuale penale che si basa su leggi inadeguate e non è stato mai risolto il problema di posti nelle carceri adeguati alla situazione di oggi. Punti che ricordava, recentemente, tra gli altri, anche il procuratore della repubblica di Udine Antonio De Nicolo (cfr. Il Fatto Quotidiano del 5 aprile scorso, pag.9). Così, oltre alla situazione di angoscia che si può provare passeggiando per le strade affollate di una città pensando anche ai gravi fatti di terrorismo accaduti negli ultimi tempi, le ansie crescono per tutti i fatti riportati dalle cronache di quotidiani locali che, messi insieme, mostrano scenari molto preoccupanti. Così, solo per citarne alcuni, due giorni fa,a Roma dove un marocchino di 23 anni ha aggredito con calci e pugni un filippino di 51 anni per rubargli una catenina d’oro. Tutto questo mentre, nelle Marche, a Civitanova, la polizia arrestava un gruppo di stranieri, coinvolti nel traffico di droghe, che avevano sequestrato un marocchino “colpevole” di non aver pagato un chilogrammo di cocaina. Non è stato certo un bel momento quello passato dalle due pensionate a San Giuliano Terme (Pisa), aggredite in casa da tre ladri messi in fuga dal figlio di una delle donne. Stessa paura provata da una mamma che a Firenze, sulle colline di Careggi, si è barricata nelle stanza con i figli dopo aver sorpreso un ladro in casa riuscendo ad avvisare la polizia prontamente intervenuta. E che dire dell’incredibile episodio di violenza in centro a Viterbo con una ragazza picchiata brutalmente da un coetaneo sotto lo sguardo indifferente dei passanti? O della violenza di un cinquantaduenne romano (poi arrestato) che,nel cuore di Roma, in pieno giorno, aggredisce una giovane donna bloccandola e toccandola nelle parti intime? E sempre a Roma, momenti di terrore in un supermercato sull’Appia con alcun banditi armati di pistole che, tenendo in ostaggio alcuni clienti, si sono impossessati dell’incasso dileguandosi nel traffico cittadino con un’auto risultata rubata. Non ha fatto in tempo a scappare il settantenne che alla stazione romana di  Termini ha tentato, armato di coltello, di rapinare la biglietteria ed è stato ammanettato dagli agenti della polizia ferroviaria. A Milano non è andata male a tre rapinatori armati di pistole e martello che hanno saccheggiato una boutique rubando orologi per circa 200mila euro. Non si tratta, dunque, di sensazioni di insicurezza provate dalla gente ma di reale insicurezza che si continua a provare quotidianamente senza vedere una via di uscita che non sia quella palliativa dei gruppi di vicinato che, intanto, prendono sempre più piede.

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