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Sud est Milano: perché è giusto leggere la legalità

Leonardo La Rocca* il . Lombardia

san-donato-milaneseNella settimana tra il 10 ed il 17 dicembre il sud est milanese è stato protagonista di una serie di iniziative nelle biblioteche comunali legate alla rassegna “il Sud Est vuole leggere la Legalità”.
Libera, insieme alle associazioni del Presidio Renata Fonte, Giuseppe, Salvatore e Barbara Asta, ai soci singoli ed alle 6 scuole, ha promosso, ad 11 amministrazioni comunali la creazione di uno scaffale della legalità nelle biblioteche comunali con l’intento di condensare un patrimonio bibliografico distribuito su altre sezioni ma attinente al tema.
Ma la ragione di questa proposta preferisco spiegarla partendo da una frase di Paolo Borsellino a me tanto cara: “La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Secondo me non è casuale che Paolo (a me piace chiamarle per nome le vittime innocenti di mafia per sentirle più vicine) parli di libertà associata al termine movimento culturale.
Me ne accorsi diversi anni fa quando fui invitato all’intitolazione di una biblioteca in Sicilia e dovetti andare da Milano ad Agrigento per fare un intervento; il convegno di inaugurazione si intitolava “L’informazione è Libertà”.
In aeroporto, visto il viaggio che mi aspettava tra aereo treni e bus, mi recai presso l’edicola e comperai un quotidiano, una rivista di vini (mi piace leggere di vini) un libro per me ed uno per la mia compagna di viaggio. Spesi in tutto 47 euro. Riflettevo, quel giorno, sul tema che era proposto a noi relatori dell’affinità tra informazione e libertà e mi resi conto che io, privilegiato, avevo avuto la possibilità di spendere 47 euro per “comprarmi” un pezzo di libertà.
Il contrasto alle mafie però, se è vero – ed io credo profondamente che lo sia – quello che diceva Paolo, passa per un movimento culturale, passa per l’informazione, in una parola: passa per la disponibilità di Libertà che hanno i cittadini.
Questi anni in cui sempre più si affacciano le mafie sul nostro territorio, è di oggi la pubblicazione di una ricerca della Fondazione Res relativamente alla pervasività della corruzione in Italia. Mette in luce l’ormai conclamata azione di corruzione per arricchimento personale fatta sui comuni e sulle regioni dai ladroni (una volta si rubava per il partito, oggi si ruba per se stessi…),che non sono altro che gli apripista delle mafie. Questi tempi sono anche quelli in cui la crisi economica, l’aumento della disoccupazione, la difficoltà nello sbarcare il lunario, costringono i cittadini ad eliminare le spese per la cultura, per l’informazione, magari accontentandosi di leggere velocemente i titoli e le “notizie” – ma sono sempre vere notizie? – direttamente sui social o sul web. Di fatto, in questi anni, la coesistenza di “informazioni” (non per forza veritiere) facilmente reperibili e della scarsezza di risorse, costringe molti cittadini a rinunciare all’informazione e quindi a permettersi un pezzo di quella libertà garantita dalla Costituzione.
sud-est-milanoLe biblioteche diventano allora un baluardo fondamentale di preservazione di questa libertà, diventano il posto dove quell’informazione, quella cultura, quella libertà sono rese disponibili a tutti e lo sono gratis.
Qualche anno fa un “genio luminare” ministro dell’economia (volutamente lo scrivo minuscolo!) disse “con la cultura non si mangia”, sicuramente è vero, non v’è alcun dubbio che un panino ripieno di due pagine della Divina Commedia non sia particolarmente appetibile, il problema è che l’investimento sulla cultura è l’investimento sulla libertà di un popolo. L’investimento sulla cultura è quello che permette la creazione di quel movimento culturale unico in grado di sconfiggere le mafie.
E allora da questa riflessione nasce l’idea di proporre ai comuni del sud est di condensare tutti i testi sull’antimafia, sulla legalità, in un unico scaffale perché le biblioteche, baluardi della cultura, possano anche diventare promotori di cultura. Mettere in uno scaffale, magari all’ingresso della biblioteca, tutti i testi sull’antimafia significa proporre, ai cittadini che si vanno a conquistare quel pezzo di libertà gratuita in biblioteca, di leggere di antimafia di leggere di memoria, di leggere del rispetto delle regole: è una proposta culturale, è un invito!
Se è vero che a questa nostra proposta non hanno dato risposta in tre (Mediglia, Pantigliate e Tribiano), e ritengo giusto che si sappia chi non ha risposto, è anche vero che in otto la risposta l’hanno data.
Quello che ritengo però strepitoso non è il fatto che in otto abbiano aderito ma che in diversi abbiano rilanciato: “non ci basta proporre lo scaffale della legalità, usiamo questa iniziativa per farne un momento di memoria, delle vittime innocenti delle mafie, dedicando la sezione PERMANENTE ad una vittima innocente di mafia”. Questa è la risposta che abbiamo avuto da alcune Amministrazioni e da alcuni bibliotecari (che razza meravigliosa i bibliotecari: vivono immersi nella cultura e tutte le volte che parli con loro rilanciano sempre con un’idea, un’intuizione, una consapevolezza che ti sembra siano alieni venuti per crearlo loro quel movimento culturale di cui parlava Paolo).
Ed ecco che in una settimana Vimodrone dedica la sua biblioteca a Lea Garofalo, San Giuliano la sezione legalità ad Emanuela Loi, ricevendo un messaggio dalla famiglia di Emanuela letto da Marisa, mamma di Marcella – vittima innocente della sacra corona unita (volutamente minuscolo!) -, Peschiera e Dresano aprono la sezione permanente (la dedica al nuovo anno perché “scegliere la vittima è un percorso che vogliamo fare con l’attenzione che la scelta comporta”), San Donato dedica la sua sezione ad Emanuela Setti Carraro invitando Paolo (che uomo incredibile!) a portare la sua testimonianza in una serata che dire commovente è dir poco, e domani Vizzolo e Paullo fanno lo stesso.
E allora perché intitolare l’iniziativa “Il sud est vuole leggere la legalità”?
Perché se alle Amministrazioni Comunali Libera chiede di fare un percorso comune sull’antimafia ed in otto rispondono rilanciando significa che le Amministrazioni del sud est vogliono fare cultura della legalità.
Perché se ai bibliotecari del sud est Libera chiede l’impegno di promuovere l’antimafia e di farlo in maniera permanente nelle loro biblioteche e loro rispondono chiamando gli studenti (San Giuliano), leggendo passi di libri che raccontano la storia delle vittime innocenti di mafia (San Donato), recuperando tutto il patrimonio bibliografico a disposizione (Peschiera, Dresano, Vizzolo, Paullo, Vimodrone), significa che le biblioteche del sud est vogliono promuovere la legalità.
Perché se ai cittadini del sud est Libera propone ormai da un anno e mezzo spazi di confronto, di discussione, di informazione, di formazione, di racconto dell’antimafia, della legalità, della memoria, ed i cittadini del sud est aderiscono, ad i ragazzi di San Giuliano smettono di studiare per scendere all’inaugurazione, e le mamme di San Donato portano le loro bimbe a scoprire chi era Emanuela Setti Carraro, e gli utenti delle altre biblioteche si fermano anche solo un secondo a guardare lo scaffale e magari prendono in prestito un libro, significa che, si, nel sud est c’è voglia di leggerla ogni giorno la legalità.
Ah dimenticavo: la biblioteca comunale di Agrigento, quel giorno, la dedicarono a mio padre Franco La Rocca.

* Referente Presidio Libera Sud Est Milano Renata Fonte Giuseppe Salvatore Barbara Asta

Vimodrone, intitolazione biblioteca Lea Garofalo

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