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Il Cnel indifendibile

Luigi Lochi il . Istituzioni

1452177434-cnelDifendere una istituzione come il CNEL, in quanto “luogo privilegiato della rappresentanza delle forze sociali e professionale”, significa dimenticare che l’unico momento significativo di questa istituzione coincide con la presidenza di Giuseppe De Rita risalente alla seconda metà degli anni ’90.
È stato allora – all’indomani della conclusione dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno – che il CNEL, colmando un vuoto istituzionale e forzando un po’ le sue funzioni, accompagnò la prima stagione dei Patti territoriali, strumenti antesignani delle successive politiche di sviluppo locale.
Per il resto, il luogo privilegiato delle rappresentanze degli interessi si è rivelato molto più prosaicamente il rifugio dorato delle classi dirigenti, oltre che naturalmente il “documentificio” di cui qualcuno nostalgicamente tesse le lodi.
Richiamare le funzioni del CNEL per quello che doveva essere e non è stato significa restare prigionieri di schemi non più adatti a cogliere le novità che in questi anni si sono affermate nel tessuto sociale.
Le forze sociali che il CNEL avrebbe dovuto rappresentare riflettono una articolazione della società che è cambiata, si è evoluta ed ha visto l’affermazione di nuovi interessi, di nuove cittadinanze.
Si tratta di una Istituzione che riflette  una articolazione del lavoro e del capitale tutta fordista, che oggi non esiste più.
Perciò di cosa stiamo parlando?

L’ideologia della rottamazione e il Cnel

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