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Venezuela e norme sul riciclaggio

Piero Innocenti il . Internazionale, Senza categoria

La disastrosa situazione politica, economica e sociale che sta vivendo il Venezuela negli ultimi mesi, divenuta drammatica negli ultimissimi giorni, non induce certo all’ottimismo per il futuro di questo paese che, oltretutto, continua ad essere per la criminalità organizzata, anche straniera, una straordinaria piattaforma di partenza per consistenti quantitativi di cocaina verso i mercati americano ed europeo. Non è, tuttavia,certamente questo il miglior periodo per il reimpiego di capitali da riciclare nel paese. Da una parte, sono vigenti le restrizioni finanziarie determinate dal sistema di cambio ed esportazione di divise che si svolgono con una rigorosa procedura autorizzatoria gestita da GENCOEX (Centro Nacional de Comercio Exterior) e dal SIMADI (Sistema Marginal de Divisas) e che riguardano le transazioni internazionali di capitali attraverso il sistema bancario; dall’altra la drastica politica economica adottata dal traballante governo di Maduro con le nazionalizzazioni e le espropriazioni che stanno mettendo definitivamente in ginocchio il paese con seri problemi per l’ordine pubblico. In tema di riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico, fonti aperte segnalano una particolare effervescenza nella zona di frontiera con la Colombia e sull’Isola Margarita. Il Venezuela è uno degli Stati membri del GAFIC (Gruppo di Azione Finanziaria dei Caraibi), sorto in occasione della Conferenza dei Caraibi sul riciclaggio di capitali provenienti dalla droga, tenutasi ad Aruba nel giugno del 1990, al fine di adottare le “Raccomandazioni del GAFI”. Inutile sottolineare che anche sotto questo aspetto il paese è stato un “colabrodo”.
La normativa in tema di riciclaggio è contenuta nella “Ley Organica contra la Delincuencia Organizada y Financiamento al Terrorismo”, approvata a febbraio del 2012 e pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 30 aprile successivo, che ha abrogato la precedente del 2005, di fatto disapplicata. La nuova legge è composta di 89 articoli e disciplina, in modo organico, la materia , individuando i soggetti preposti alla funzione di prevenzione e di contrasto, quelli obbligati alle attività di registrazione e conservazione delle informazioni finanziarie e alle segnalazioni di operazioni sospette, i reati connessi, le relative sanzioni, la gestione dei beni sequestrati. Prima dell’approvazione della nuova legge, l’unico organismo operativo sul piano della prevenzione e del contrasto al riciclaggio era rappresentato dalla Unidad Nacional de Inteligencia Financiera che, in realtà, non aveva particolare autonomia dipendendo dalla Superintendencia de Bancos y otras Instituciones Financieras (SUDEBAN), in diretto rapporto con altra articolazione della Direzione Generale del Ministerio Publico contra la Delincuencia Organizada (una sorta di Procura Nazionale).  Da quest’ultima Direzione dipendono, poi, le due direzioni competenti per i delitti concernenti le droghe (Direcion contra el Trafico de Sustancias Estupefacientes y Psicotropas) e quella per i delitti economici e il riciclaggio (Direcion contra la Legitimacion de Capitales , Delitos Financieros y Economicos). Un complicato intreccio, alla fine, di attribuzioni e competenze, mal distribuite che, di fatto, rendeva difficile qualunque seria indagine si fosse avviata per combattere il riciclaggio. Riciclaggio che avviene tramite il sistema bancario, delle assicurazioni, ma anche sul mercato delle materie prime (risorse minerarie di cui il paese è ricco) e nel settore delle costruzioni dove confluiscono consistenti capitali da ripulire provenienti dalle estorsioni, dai sequestri di persona (fenomeno particolarmente diffuso e che ha visto, negli anni, vittime anche molti cittadini italiani e italo-venezuelani) e dall’evasione fiscale. Tutto questo mentre in tutto il paese cresce la violenza ( 24.763 omicidi nel 2013, 24.980 nel 2014, 27.875 omicidi nel 2015 e nel 2016 si parla di una cifra che, a metà anno, già superava quota 15mila), con la capitale Caracas diventata la città più pericolosa del mondo.

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