NEWS

Goletta Verde 2016, troppi ancora gli scarichi inquinanti nel mare

Donatella D'Acapito il . Senza categoria

Un punto inquinato ogni 54 km di costa. È questo il primo dato che emerge dalla campagna 2016 di Goletta Verde. Partito dalla Liguria e arrivato in Friuli Venezia Giulia, dopo aver circumnavigato la Penisola, il laboratorio mobile di Goletta ha eseguito un prelievo ogni 28 km di costa, fotografando una situazione che spesso non emerge dai controlli di routine.
Sia chiaro, però: l’intento di Goletta Verde non è quello di attribuire certificati di balneabilità o di sostituirsi alle autorità preposte o, ancora peggio, sconfessare i dati di queste ultime, visto che i punti di campionatura sono nella maggior parte dei casi diversi. Il monitoraggio ha come obiettivo quello di rilevare e denunciare la presenza di scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare. Proprio per questo, i prelievi sono concentrati nei posti critici: foci di piccoli e grandi corsi d’acqua, fossi, canali e scarichi, che costituiscono i principali veicoli dell’inquinamento da batteri fecali in mare e che sono i luoghi dove sussiste il “maggior rischio” di contaminazione.
Ecco allora che su 265 punti di prelievo, il 52% risulta inquinato (e cioè con concentrazione di enterococchi intestinali ed escherichia coli che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia) oppure fortemente inquinato, quando il risultato presenta una concentrazione doppia rispetto al consentito. L’88% di queste criticità è proprio in corrispondenza delle foci dei fiumi, di fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà (il 61%) di questi sono in prossimità di spiagge o stabilimenti e sono quindi frequentati da bagnanti. E questo capita anche in località considerate “perle” del nostro mare.
Tra le foci di fiumi, i fossi e i canali monitorati da Legambiente quest’estate, 1 su 3 non viene campionato dalle autorità competenti perché si tratta di luoghi che, stando ai profili di costa redatti a inizio stagione da Regioni e Comuni, non sarebbero adibiti alla balneazione. Spesso, però, questi luoghi sono comunque frequentati dai bagnanti perché mancano i cartelli di divieto di balneazione, cartelli che i Comuni dovrebbero esporre ma che nel 75% dei punti visitati risultano assenti.
A questo si aggiunga che l’86% delle spiagge raggiunte dai tecnici presenta rifiuti provenienti sia da terra che da mare che, nel 18% dei casi, sono il risultato della mancata depurazione.
La campagna realizzata da Legambiente, grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (COOU) e dei partner tecnici NAU e Novamont, evidenzia dunque come i primi nemici della salute delle nostre acque siano la mancata depurazione e gli scarichi illegali. Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea emanata in merito, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo. “Circa il 25% della popolazione – dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, l’Italia dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento”.
Senza voler stilare una classifica perché, come sottolineano da Legambiente, “le differenti condizioni meteorologiche riscontrate al momento dei prelievi, la variabilità del numero di presenze nelle località costiere e le caratteristiche morfologiche che variano da regione a regione”, non lo consentono, è possibile però tirare qualche somma a livello regionale. Poche le criticità riscontrate in Sardegna – e solo in corrispondenza di foci di corsi d’acqua o canali – che si distingue positivamente; buoni anche i risultati in Puglia, con un decremento delle criticità rispetto allo scorso anno; mentre nell’alto Adriatico la situazione migliore è quella delle acque venete. Le situazioni più critiche si trovano, invece, in Calabria, interessata nelle ultime settimane anche da diverse proteste da parte delle comunità locali per “mare sporco”, da divieti di balneazione e da interventi delle forze dell’ordine per irregolarità nel servizio di depurazione, nelle Marche e in Abruzzo, regioni penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare.
Condizioni delle acque a parte, due riflessioni meritano ancora di essere fatte. La prima riguarda lo stato di cementificazione della costa, oggi arrivato al 51% e che consuma ogni anno 8 km. L’altra è questa: se l’88% dei punti inquinati lo è direttamente alla foce di corsi d’acqua e canali, va da sé che necessaria è una politica di prevenzione che abbracci anche i comuni dell’entroterra e non solo quelli costieri.
Il viaggio di Goletta Verde è stato accompagnato dalla mostra itinerante “30 anni dalla parte del mare” realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare e la collaborazione del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle aree marine protette di Cinque Terre, Secche di Tor Paterno, Regno di Nettuno, Costa degli Infreschi e della Masseta, Capo Carbonara, Isole Egadi e Isola di Ustica e di Federparchi. Spiega Legambiente: “È stato questo un modo per illustrare come negli ultimi trent’anni sia cresciuta l’attenzione e la sensibilità del Paese verso le azioni di tutela e valorizzazione della risorsa mare. Dalle battaglie degli anni ‘80 contro gli scarichi selvaggi in mare, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e gli abbattimenti degli ecomostri, termine coniato da Legambiente nell’avviare la grande battaglia contro gli abusi, molti dei quali realizzati a picco sul mare e in aree di pregio. Infine la legge tanto attesa sugli ecoreati, il collegato ambientale e l’approvazione il 15 giugno scorso della norma sulle agenzie ambientali, che rappresenta il terzo anello di una serie di riforme ambientali indispensabili per avviare una riconversione ecologica dell’Italia. Importanti traguardi che consentono di misurare quanta strada sia stata fatta e indicare il modello di sviluppo da mettere in campo. Il modello concreto è quello delle Aree marine protette, pari nel nostro Paese a 2,8 milioni di ettari. che favoriscono la ricerca, promuovono il turismo sostenibile, creano occasioni di buona economia e pratiche virtuose che sono diventate modello ed esempio per i territori circostanti rappresentando un vero e proprio volano economico e da questa consapevolezza occorre ripartire”.
Insomma, come sempre appare in questi casi, il fatto che ci sia ancora molta strada da percorrere non deve farci dimenticare quello che già si è stati in grado di ottenere. E se ci si pensa, non è poco.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link