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Fatti, non solo appelli per i migranti

Piero Innocenti il . Senza categoria

Mentre continuano gli appelli lanciati sul dovere di accoglienza verso i migranti e sulla esigenza di aiutare i paesi maggiormente impegnati a fronteggiare le migrazioni (per ultimo Ban Ki Mon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, in visita in Grecia il 18 giugno scorso) e si celebra la giornata mondiale del rifugiato (il 20 giugno) con Medici senza Frontiere che denuncia ancora l’inettitudine dell’UE sulle migrazioni, aridi numeri e fredde statistiche ci danno il quadro di una situazione che permane drammatica nel Mediterraneo centrale.
E ancora il rapporto dell’ISAA (Integrated Situation Awareness and Analysis) compilato dalla Commissione Europea il 17 giugno ad aggiornare la situazione migratoria nei vari paesi membri. In Italia, a quella data, sono transitati 57.569 migranti (furono 58.264 nello stesso periodo del 2015), provenienti in prevalenza dalla Libia (47.782), dall’Egitto (6.724, con un incremento del 300% rispetto al 2015), dall’Algeria ( 195 rispetto ai 45 del 2015).
Le principali nazionalità sono ancora quelle degli eritrei, dei nigeriani, gambiani, somali, ivoriani. Le persone che hanno richiesto nel corrente anno protezione internazionale sono state, sino ad oggi, 42.678. Mentre nel 2016 sono state soltanto 775 gli stranieri che avevano richiesto asilo e che sono stati “ricollocati” negli altri Stati membri.
Resta il problema, più volte sollevato dall’UE, del numero limitato di hot spot attivati nel nostro Paese – quattro in tutto, a Pozzallo, Lampedusa, Taranto e Trapani – che non consente una completa attività di identificazione. In effetti, sul totale dei 57.569 migranti solo il 47,1% (27.134) è transitato nei suddetti centri, mentre il restante è approdato nei vari porti dove è stato fatto il possibile, con evidenti problemi, per cercare di completare le operazioni di identificazione.
Permane ridotta (solo 250 posti) la capacità ricettiva dei cinque CIE (Centri di identificazione ed espulsione) ubicati sul territorio nazionale mentre appare sempre più remota la possibilità di aprirne altri e quella di ristrutturare quelli chiusi “temporaneamente” (da anni!) per lavori di ristrutturazione avviati anche dopo i gravi danneggiamenti arrecati dai tumulti che si sono verificati in passato.
In tema di contrabbando di persone si è registrato un incremento di migranti imbarcati in sovrannumero sui singoli natanti con “annunci tranquillizzanti”, messi in rete dagli stessi trafficanti, di soccorsi tempestivi che vengono assicurati in mare dalle navi in pattugliamento a poche miglia dalle coste libiche.
Tra le novità dell’ultima settimana, l’arresto, nell’isola greca di Samos, di un irakeno, residente in Germania, sospettato di essere un foreign fighter per conto dell’ISIS. Nel rapporto sopra richiamato si parla anche dell’arresto di circa 200 migranti di diverse nazionalità operato dalla guardia costiera egiziana mentre stavano per imbarcarsi su di un natante con direzione le coste italiane. Di loro, probabilmente, non si avranno più notizie.
Da annotare, infine, che anche il dispositivo navale europeo, sotto il comando italiano, denominato Eunavfor Med, nella settimana del 12 giugno ha effettuato interventi di soccorso in mare salvando 816 migranti dopo aver intercettato una decina di imbarcazioni, tutte distrutte (è l’obiettivo principale della missione).
Nella stessa settimana di “servizio” in mare le navi della operazione Tritone (sotto l’egida Frontex), sono state quelle maggiormente impegnate con  6.006 migranti soccorsi.
In questo, il nostro paese, da alcuni anni, a partire dalla meritoria operazione Mare Nostrum della nostra Marina Militare, ha dimostrato concretezza e umanità.. che pochi altri hanno avuto.

Giornata mondiale del rifugiato

 

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