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Le ecomafie, business senza fine. Nel 2014, 22 miliardi di fatturato

di redazione il . Lazio

Il giro di affari delle ecomafie non conosce crisi ma, anzi, nel 2014, ha vissuto un’ennesima stagione di crescita: 22 mld di euro il fatturato, più sette rispetto all’anno precedente. In tutto, un totale di reati accertati (e molti restano sepolti dal silenzio) pari a 29.293 casi, praticamente 80 al giorno, quasi 4 ogni ora, con un aumento delle infrazioni nel settore dei rifiuti (più 26%) e del cemento (più 4,3%). Ad alimentare il malaffare è soprattutto la corruzione. Questa la fotografia sull’illegalità ambientale scattata dal nuovo rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente. In testa alla classifica regionale degli illeciti c’è la Puglia. Il Lazio è la prima regione del centro Italia, la Liguria la prima del nord mentre la Lombardia è al top per le indagini sulla corruzione. Più della metà (14.736) del totale delle infrazioni si è registrato nelle “quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Puglia, Sicilia, Campania e Calabria”: 12.732 denunce, 71 arresti, 5.127 sequestri. Spiccano i numeri dell’agroalimentare: fattura 4,3 miliardi per 7.985 illeciti; il racket degli animali colleziona 7.846 reati. Per Legambiente però questo rapporto Ecomafia ha un sapore particolare perché “dopo 21 anni di battaglie” è arrivata “la legge sugli ecoreati”, che ha introdotto il delitti contro l’ambiente nel codice penale, con la quale “finalmente gli ecocriminali saranno costretti a pagare: la speranza è che questo 2015 sia uno spartiacque, l’anno in cui le ecomafie e l’ecocriminalità cominceranno ad essere contrastati con gli strumenti repressivi adeguati”.
Quella del 2015 è una data straordinaria – afferma la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni -, l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti». Oltre al ddl ecoreati, aggiunge il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, «vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perché ci auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti»
 «Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un telegramma inviato alla presentazione del rapporto Ecomafia 2015. Secondo il presidente «ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il cambiamento è possibile». In questi anni, si legge nel messaggio, «è cresciuta la consapevolezza del valore dell’ambiente. Il valore del suo equilibrio, il valore della bellezza, il valore della cultura e della storia che un territorio esprime. I delitti contro l’ambiente sono percepiti sempre di più come furti di futuro ai danni della comunità, e soprattutto delle generazioni più giovani. È cresciuta anche la coscienza della pericolosità dei clan che lucrano sullo sfruttamento del territorio, sul suo disseto, sui traffici inquinanti». «Queste oggi – conclude il presidente Mattarella – sono tra le attività principali delle mafie. Dobbiamo stroncarle. E sono sicuro che ci riusciremo. Batteremo le mafie e le cancelleremo dalla nostra Italia»


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