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Genova, giovani tappezzano quartiere con volantini antimafia

di Silvia Melloni* il . Liguria

Un gruppo di ragazzi fa incursione nei vicoli della Maddalena per “svegliare la città“/// – La notte del 2 novembre nei vicoli della Maddalena, a Genova, trenta persone di età compresa fra i 17 e i 60 anni hanno cosparso i muri del quartiere di volantini contenenti stralci delle ultime relazioni della Commissione parlamentare sulle mafie, della Dia, della Fondazione Caponnetto. L’azione di “attacchinaggio” è stata soltanto l’esordio di un rinnovato impegno a conoscere e far conoscere la situazione in cui versa il territorio. “E’ allarmante il ritardo con il quale la società civile […] ha compreso il pericolo della presenza sul territorio della regione (e non solo nel Ponente Ligure) della criminalità organizzata di stampo mafioso e la scarsa consapevolezza dei rischi ai quali il tessuto socio economico è attualmente esposto” – scrive Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali. Il testo è del 2013  e si accompagna a diversi altri rapporti in cui si rileva che “le organizzazioni criminali [sul territorio genovese] hanno scelto una via di estrema prudenza: sono molto silenziose. […]: lavorano sotto traccia, sembrano [..] interessate ad acquisire un ruolo nell’economia legale, ad infiltrarsi in essa, a condizionare anche la vita complessiva di questa collettività”.

Come “Addipizzo” per rinnovare impegno in Liguria. Dieci anni fa “Addiopizzo” esordì a Palermo nello stesso modo e l’azione della Maddalena si ispira anche a quell’esperienza virtuosa che in Sicilia ha dato risultati concreti  contro il “pizzo” (il prossimo 5 novembre Alessandra e Chiara “Addiopizzo” saranno alla Maddalena, a raccontare la storia di questa esperienza e a rispondere alle domande di associazioni e cittadini). Usura, riciclaggio di denaro sporco attraverso l’acquisizione di esercizi commerciali e imprese artigianali, infiltrazione negli appalti, gestione di video poker, oltre ai più tradizionali traffico di stupefacenti e dello sfruttamento della prostituzione sono le aree di attività delle mafie a Genova e nel quartiere della Maddalena. Ritrovarsi  domenica sera a preparare i volantini, la colla, dividere le strade è stato un modo per avvicinare persone che si conoscevano di vista o non si conoscevano del tutto, condividere l’emozione del momento e le impressioni ricavate dalla lettura dei volantini, per poi ritrovarsi  – a notte fonda – per raccontarsi l’esperienza vissuta. Alcuni dei ragazzi hanno addirittura incontrato pattuglie di carabinieri e alpini che han chiesto informazioni sullo spirito dell’iniziativa. La mattina del 3 la protesta è passata dal quartiere ai social network, con un effetto moltiplicatore che ha permesso a giornalisti e attivisti di raccontare e di far conoscere anche al resto del Paese questo “blitz contro le mafie” in Liguria.

“Sapori di giustizia”. L’azione dimostrativa della Maddalena segna un cambio di passo nell’attività antimafia che le associazioni portano avanti da anni sul territorio. Ed è solo l’inizio. E’ necessario dire basta al negazionismo, e serve, invece, puntare sulla formazione e sull’informazione.  Il progetto “Sapori di giustizia” – promosso da circolo Arci Belleville, Arci Genova e San Benedetto con l’adesione del Presidio “Francesca Morvillo” di Libera Genova, del CIV Maddalena, dell’associazione AMA di cittadini della Maddalena e la partecipazione di scout, gas e parrocchie – nasce con l’obiettivo di allargare la consapevolezza di questo fenomeno e promuovere l’attivazione mutuamente solidale di cittadini ed esercizi commerciali del quartiere. Per spezzare l’isolamento in cui si trova chi è stretto dalle pressioni mafiose.  L’incontro con Addiopizzo del 5 novembre segnerà, inoltre, l’inizio di una serie di incontri di formazione e partecipazione che porteranno a Genova diverse cooperative che lavorano su beni confiscati (quelle che si riuniscono sotto il marchio Cento Passi il 29 novembre e Le Terre di don Peppe Diana il 20 marzo). Verranno raccontate le storie dell’impegno antimafia e si potranno degustare  i sapori buoni di un lavoro giusto. Non solo, si sta lavorando per collegare una serie di incontri sulla mafia, promossi anche nell’ambito di altri progetti, in uno stesso filone formativo per tutti i partecipanti, per il quartiere e la città. Anche approfittando della curiosità nata in molti concittadini dopo l’iniziativa di domenica, son in programma nuovi incontri come quello promosso dalla Cgil su “mafie e immigrazione” (il prossimo 17 novembre) e il seminario “sulle mafie a Genova” organizzato a gennaio insieme al professor Nando Dalla Chiesa. E poi c’è tutto il resto: dai beni confiscati al lavoro nei quartieri. Su tutti, un percorso partecipato sulla gestione dei beni confiscati alla Maddalena, il “Cantiere per la legalità responsabile” che si riunirà il prossimo 15 novembre al CAP di Via Albertazzi e che ha l’obiettivo di costruire un patto esplicito di fiducia e solidarietà fra esercizi commerciali antimafia e cittadini/consumatori, per offrire a ciascuno l’opportunità di combattere la mafie attraverso una scelta semplice e quotidiana come fare la spesa, sedersi per un aperitivo, cenare fuori.

* Silvia Melloni – Arci Genova

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