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1 ottobre 2014

il . Rassegne

Il Gazzettino (ed. Padova) – 30 ottobre 2014 L’ azienda non rinnova loro il contratto scaduto da due anni, annuncia di voler dare disdetta della contrattazione aziendale e i 120 lavoratori decidono all’ unanimità di “autotassarsi”, versando all’ associazione “Libera” la quota di salario relativa a premio di produzione e premio feriale che la dirigenza vorrebbe eliminare. Accade alla Toffac Ingranaggi di Piove di Sacco davanti alla cui sede, ieri pomeriggio, un centinaio di lavoratori si sono riuniti in sit-in per protestare contro la decisione aziendale di annullare la contrattazione, eliminando quattordicesima, e premi sui turni notturni e festivi. «L’ azienda sostiene di dover ridurre i costi a causa della crisi, ma i lavoratori sottolineano che la ragione della crisi non è da ricercare nella loro busta paga -spiegato il segretario generale della Fiom Cgil Padova, Antonio Silvestri – Per sanare i buchi di bilancio determinati dalla congiuntura, tutti gli imprenditori stanno intervenendo sul personale, riducendo il più possibile i diritti dei lavoratori e tagliando anche la retribuzione. Ma la crisi non è imputabile alla busta paga di 1.200 euro dei metalmeccanici. Piuttosto, la situazione generale di grave difficoltà finanziaria che stiamo attraversando da diversi anni, è stata causata dalla corruzione e dagli sperperi, avvallati dalle organizzazioni malavitose, come la mafia». La decisione di destinare una parte della busta paga all’ associazione guidata da don Luigi Ciotti è emersa spontaneamente tra i lavoratori nel corso dell’ assemblea di ieri pomeriggio: «Ad un certo punto, durante l’ incontro di ieri, un gruppo di lavoratori ha evidenziato come i soldi del salario siano dei lavoratori e non di altri, e hanno deciso all’ unanimità di devolvere quella parte di retribuzione che dovrebbe essere tolta ad un’ associazione che combatte e si impegna per la legalità e contro ogni forma di violenza». Fino a quando la dirigenza non andrà incontro alla richiesta del rinnovo contrattuale. Con il mantenimento dei premi di produzione, i lavoratori continueranno con lo sciopero e altre iniziative di protesta: «Difendere il salario di queste persone significa garantire loro una vita dignitosa – conclude Silvestri – È troppo comodo recuperare i debiti sulla pelle di chi lavora».

Luigi Ciotti incontra la stampa estera a Roma

Rome (dpa) – A priest who is one of the most vocal campaigners against organized crime in Italy said on Tuesday he was not afraid of reported death threats from Toto Riina, the jailed Godfather of Cosa Nostra, the Sicilian branch of the Mafia.
Father Luigi Ciotti, 69, is the founder of Libera (Free), an umbrella group of 450 cooperatives that manage assets requisitioned from the Mafia – for example selling olive oil from land formerly in criminal hands.
“We are taking away from them the fruits of their power and of their violence,” Ciotti said in a meeting with the foreign press in Rome. Jailed mobsters “are really furious” about it, he added.
On Monday, La Repubblica newspaper wrote that Ciotti was the number one target for Italian mafia organizations. It said that Riina was overheard telling a prison inmate, a year ago: “We could even kill him.”
“I am not scared,” Ciotti said Tuesday, noting that he had lived under police escort for 25 years and had received several other death threats.
“Toto Riina should not trouble himself, killing me is not even worth it,” he said, explaining that without him, Libera would still represent “a beautiful world, grown from passion, commitment and responsibility.”
One of the organization’s biggest successes was turning Riina’s luxury villa in the infamous mafia town of Corleone into a police station.
“I don’t think there is another police station with such beautiful marble,” Ciotti chuckled.
The priest said Pope Francis’ recent stands have helped his struggle – the pontiff met Libera in March, and excommunicated Italian Mafia organizations in June – but warned against lingering collusion among the clergy and Italian institutions.
“The Mafia is like another church, where they replace Our Father with the Godfather,” Ciotti said.
“Today we still have some [priests] who root for the other side,” he said.
Libera is pressing the Italian government to streamline procedures for the seizure of Mafia assets, and adopt tougher legislation against money laundering and other financial crimes in which mobsters have become adept.
Ciotti dodged questions on whether Prime Minister Matteo Renzi was ill-advised to cooperate on political reforms with opposition leader Silvio Berlusconi, whose right hand man was jailed this year for mafia collusion.
“The problem is not that man or his friends, the problem is the people who support him or his friends,” Ciotti said.
“The biggest trouble comes not just from those who do evil, but from those who look on and allow it to happen,” he insisted.

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