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Il Pil, il “sommerso e l’illegale”

di Piero Innocenti il . Lombardia

E’ accaduto quello che una ventina di anni fa aveva previsto il generale Soggiu, grande professionista dell’antidroga italiana ( fu il primo direttore, nel 1990, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e, successivamente, del Dipartimento delle Politiche Antidroga) quando parlò di “sommerso e illegale” che prima o poi, senza un’adeguata azione di prevenzione e repressione, sarebbe entrato a far parte della ricchezza nazionale. Già allora era troppo importante la montagna di denaro frutto del commercio di droghe illegali che circolava nei mille rivoli del riciclaggio per non suscitare gli interessi di un sistema finanziario, nazionale e internazionale, sempre avido di contante e alla ricerca di investimenti speculativi. Dunque, a partire da quest’anno ( ma le rivalutazioni riguarderanno anche alcuni anni addietro), il nostro Pil ( ìe quello dei paesi dell’UE), secondo un sistema elaborato nel 2010, in sede europea, includerà (per ora) anche il denaro proveniente dal contrabbando di droghe, di sigarette e dallo sfruttamento della prostituzione. Dico “per ora” perché i grandi soloni dell’economia e della finanza, c’è da scommettere, in prospettiva, proporranno di includere anche altre fonti illegali di sicuro interesse, come le estorsioni, la tratta di persone, le attività predatorie più redditizie (in Italia in costante aumento).

Ora, pur volendo prescindere da considerazioni di ordine morale che, in genere, mal si conciliano con la politica di molti anni a questa parte (gli esempi di una mediocre etica pubblica e privata sono all’ordine del giorno), c’è da capire se avrà ancora un senso parlare di prevenzione e contrasto, per esempio, al traffico/spaccio di droghe, atteso che, paradossalmente, queste attività sarebbero confliggenti con l’auspicato aumento del Pil che si invoca sempre. Già alcuni giorni fa, le stime elaborate sul contributo apportato, di circa 200 miliardi di euro, dalle attività illegali, di cui più o meno 15 collegati alle droghe ed il restante al “sommerso”, hanno fatto tirare un piccolo sospiro di sollievo ai “ragionieri” delle sgangherate casse dello Stato. E’, così, ricresciuta la nostra credibilità economica, conteggiando gli affari che hanno fatto evasori ed elusori fiscali, trafficanti di droghe, sfruttatori delle prostitute, contrabbandieri di sigarette. Si tratta, come accennato, di stime elaborate sulla scorta di dati nazionali contenuti, tra gli altri, negli archivi del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Economia, della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate, dei Monopoli di Stato, dei Ministeri dell’Interno e della Difesa con i rispettivi, corposi, archivi della Polizia di Stato e dei Carabinieri. Il CNR potrà dare il suo prezioso contributo. Valutazioni, comunque, sempre approssimative anche se, credo, verranno fatte con l’ausilio di strumenti tecnologici sofisticati e modelli matematici avanzati e probabilmente più attendibili rispetto a quella, “controcorrente”, per esempio, di venti anni fa, avanzata da Pino Arlacchi e Letizia Paoli, sul fatturato annuo, già allora piuttosto consistente, dei mercati dell’eroina e della cocaina in Italia. Vedremo, intanto, cosa accadrà, nei prossimi mesi, a livello di attività antidroga territoriale: temo che, in sostanza, ci possa essere anche una “involontaria” disattenzione degli uffici e reparti specializzati delle varie forze di polizia nell’ intercettare “merce” la cui destinazione finale è il piacere dell’assuntore, ma anche quello dello Stato che fa calcoli con il Pil e nutre aspettative di “sollievo” per le proprie casse. Certo è che, a giudicare dagli “affari” fatti dai trafficanti e spacciatori nel 2014, lo Stato può ritenersi abbastanza “soddisfatto” di come il mercato tiri. Si pensi che solo nei primi otto mesi, a livello nazionale, sono state sequestrate oltre 125 tonnellate di stupefacenti ( record assoluto), in gran parte hashish e marjiuana che, a conti fatti, rappresentando, in generale, una percentuale (stimata) di circa il 15-20% del totale delle droghe in circolazione, può dare un’idea della “ricchezza” prodotta ( e forse anche dei danni sociali arrecati) dal narcotraffico. I sequestri sono sicuramente un buon indicatore ( ovviamente non l’unico) di come va il mercato. E che continui ad andar bene, è la stessa Direzione Centrale per i Servizi Antidroga a sottolinearlo in quanto “..a differenza di altre tipologie di imprese criminali quelle dei narcotrafficanti non risentono della crisi perché sia la domanda che l’offerta di droghe aumentano sempre” (cfr. la Relazione annuale del 2013, presentata a Roma nel luglio 2014). Da tempo possiamo, dati alla mano, dire che la “guerra alla droga” è persa e che sono necessarie nuove politiche antidroga da assumere a livello internazionale (cosa che, probabilmente, sarà valutata nel 2016 in sede ONU) superando le ambiguità, le ipocrisie e queste vergognose decisioni di mescolare il denaro sporco con quello guadagnato onestamente da cittadini e imprenditori onesti. Questa è la concezione della “ricchezza” di un mondo in decadenza.

Leggi anche: Istat, economia illegale e sommersa vale oltre 200 miliardi

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