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Operazione “Tritone” (alias Frontex plus) nel Mediterraneo Centrale?

di Piero Innocenti il . L'analisi

Dunque, dovrebbe chiamarsi “Tritone” (“the messenger god of the sea” ossia “Dio messaggero del mare”), l’operazione congiunta che inizierebbe dal primo novembre 2014 nel Mediterraneo Centrale per le finalità proprie dell’agenzia europea Frontex. Scompare quella locuzione di Frontex plus, diverse volte citata, con molta enfasi, da Renzi e da Alfano, che, in realtà, ricordava più un medicinale che un’operazione di pattugliamento in mare. Alla “proposta italiana”, avanzata nei giorni scorsi (27 agosto scorso.) a Bruxelles dal ministro Alfano, nell’incontro con il Commissario Malmstrom, frutto di una serie di riunioni tecniche svoltesi a Varsavia e a Roma a fine agosto, ha fatto seguito una articolata “proposta frontex”, inoltrata, un paio di giorni fa, al nostro Ministero dell’Interno. Non staremo a ripetere quanto sia delicata e complessa la questione dell’immigrazione via mare dalle coste nord africane, in particolare dalla Libia, verso le nostre ( mentre scriviamo siamo a oltre 118mila migranti sbarcati nel 2014 e le previsioni sono di grande preoccupazione). Il 5 settembre p.v. ci sarà una ulteriore riunione (tecnica) romana con Frontex, per definire i dettagli di quella che deve essere una soluzione condivisa. Frontex propone un “rinforzo” del dispositivo già impiegato nella operazione Hermes 2014, in fase di svolgimento, con un aereo, un elicottero, una motonave e quattro team di esperti dell’agenzia per le interviste ai migranti. Hermes, il cui costo mensile è di circa 1.200.000 euro, sarebbe prolungata sino al 31 ottobre.

Dal primo novembre, quindi, potrebbe partire l’operazione congiunta “Tritone” (due aerei, un elicottero, due motonavi, due imbarcazioni leggere, sette team di esperti dell’agenzia), purché si trovino i fondi europei necessari ( 2.300.000 euro al mese) e ci sia la “chiusura” di Mare Nostrum che, come noto, è nata come operazione umanitaria di soccorso e salvataggio in mare dei profughi. In diversi passaggi del documento di Frontex (Concept of reinforced joint operation tackling the migratory flows towards Italy: JO EPN-Triton, 28 agosto 2014), si ricorda il mandato dell’agenzia, che è principalmente quello della sorveglianza delle frontiere e che non può essere attività per fronteggiare crisi umanitarie o “disasters” del Mediterraneo Centrale, “area che rimane in carico alle rispettive autorità in campo nazionale e/o internazionale”. Sembrerebbe, dunque, esclusa un’attività finalizzata al soccorso in mare anche se la prima pagina del documento recita a chiare lettere che l’operazione Triton è anche per “..to better control irregular migration and contribute to Sar in the Mediterranean Sea, ossia “..un miglior controllo dell’immigrazione irregolare e un contributo alle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”. Ci saranno da superare incomprensioni e gelosie, assumendosi anche grossissime responsabilità politiche se sarà decisa la fine di Mare Nostrum, mettendo da parte la Marina Militare italiana che ha fornito uno straordinario contributo nel salvataggio di decine di migliaia di persone. Impensabile, infatti, con “Tritone” pensare di poter controllare la frontiera marina con quei pochi mezzi indicati nella proposta, in un’area più a ridosso delle nostre coste e con un pattugliamento ridotto nelle 24 ore. Resta sempre aperta la questione dell’accoglienza in territorio europeo, fatto sul quale ci sono molte ipocrisie e sordità.

Oggi, come noto, chi ha fatto domanda di asilo resta nel primo Stato dell’UE secondo il Regolamento Dublino II sulla cui sospensione temporanea, richiesta dal ministro Alfano, il Commissario Malmstrom, peraltro a fine mandato, ha espresso l’impossibilità di attuarla in considerazione della recente applicazione dello stesso ma, soprattutto, per la contrarietà di molti Stati membri. Risposta negativa anche alla richiesta di facilitazione nelle procedure di ricongiungimento familiare per i richiedenti asilo. Resta incomprensibile, alla fine, la soddisfazione pubblicamente espressa da Alfano dopo l’incontro a Bruxelles.

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