Una fiaccolata per Nino Agostino e Ida Castelluccio: in tanti per ricordare il duplice delitto avvenuto 25 anni fa a Palermo
Ricordare il poliziotto Nino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, uccisi con tre colpi di pistola a Villagrazia di Carini il 5 agosto del 1989. Farlo a tanti chilometri di distanza dalla Sicilia, da Palermo, la città in cui sono morti, seguendo il filo della memoria e dell’impegno che unisce l’Italia contro mafie e corruzione. Si è tenuta, a Malegno (Bs), lo scorso 5 agosto la quarta edizione della fiaccolata in onore di Ida Castelluccio e Antonino Agostino: una iniziativa organizzata dal presidio di Libera Valle Camonica, con il sostegno di quattro associazioni che operano nella zona (Emergency Valle Camonica, La Tapioca e Mariposa, CGIL Valcamonica-Sebino, Associazione K-pax) e con la collaborazione della Commissione Pace, Diritti, Intercultura istituita dal Comune di Malegno.
La fiaccolata. In tanti hanno voluto ricordare l’uccisione della giovane coppia, avvenuta il 5 agosto 1989 nella casetta al mare della famiglia Agostino a Villagrazia di Carini (Pa): nel giorno del compleanno della sorella di Nino. Antonino era un agente di polizia coinvolto anche nelle indagini riguardanti l’attentato dell’Addaura: secondo alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe contribuito al ritrovamento di una grande quantità di tritolo, nei pressi della residenza di Giovanni Falcone. A lui e alla moglie il presidio di Libera Valle Camonica ha voluto dedicare il proprio nome e, da quattro anni, commemora le due vittime con una fiaccolata in loro onore. Ogni edizione dell’evento ha avuto una sede diversa tra i comuni della Valle (Darfo Boario Terme, Breno, Cividate Camuno). A partecipare, quest’anno, circa 150 persone di tutte le età. “Siamo molti di meno rispetto all’anno scorso – spiega Augusto, componente del presidio locale. Probabilmente il maltempo ha scoraggiato la gente a raggiungerci. Inoltre, l’anno passato erano presenti i genitori di Nino, e questo ha favorito la grande affluenza di partecipanti”. Una edizione particolare, questa, a 25 anni dalla morte dei due coniugi.
Alcune immagini della fiaccolata a cura di Roberta Rossi
Un ulivo per non dimenticare. Come gesto simbolico, in onore delle vittime è stato piantumato un ulivo nel prato antistante il Comune di Malegno. Questo luogo infatti è stato il punto di arrivo del corteo di fiaccole, che ha percorso in discesa la strada a sinistra dell’oratorio per circa 1 km prima di arrivare a destinazione. Qui, la piantumazione dell’albero è stata preceduta da 5 letture recitate dai rappresentanti delle associazioni coinvolte nell’organizzazione. A dare avvio a questa sequenza è stato il racconto della morte di Ida e Nino. “Antonino era disarmato. L’arma di ordinanza in quel giorno di festa non se l’era sentita di portarsela dietro. E poi a cosa sarebbe servita una pistola davanti a un comando di uomini armati con armi da guerra?” queste le parole lette da Orsolina, referente della Memoria di Libera Val Camonica. A seguire, una dichiarazione scritta della madre di Nino, Augusta Schiera, che ribadisce dopo anni: “Allo Stato chiedo giustizia”. Gli altri testi che sono stati proposti raccontavano di altre lotte portate avanti dalle varie associazioni presenti: l’integrazione dei profughi stranieri ad opera di K-pax, il sostegno alla popolazione di Gaza, per il quale viene letta una testimonianza di Vittorio Arrigoni. Alla fine di questo momento, il corteo si è spostato all’interno del municipio. Ad accogliere i partecipanti una coppia di musicisti (tastiera e clarinetto) che si esibiva in brani di musica classica. Quando tutti i membri della fiaccolata hanno preso posto in sala consiliare, Battista Raffetti, responsabile di Libera a Malegno, ha mostrato una stampa che ritraeva la targa commemorativa destinata a essere posta accanto all’ulivo. In seguito, la referente provinciale di Libera a Brescia, Daniela Faiferri ha assegnato ai sindaci Paolo Erba di Malegno e Roberto Menici di Temù un braccialetto bianco a testa: si tratta di un riconoscimento simbolico per l’impegno dimostrato nell’ultimo anno nella campagna anticorruzione “Riparte il futuro” promossa da Libera. A concludere la serata, un rinfresco allestito nella sala dai volontari, accompagnato dal tradizionale vino prodotto sui beni confiscati ai boss e che porta il marchio “Libera Terra”. L’evento, infine, è stato un’occasione per raccogliere medicinali e altro materiale sanitario da inviare alla popolazione di Gaza.
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