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Compro Oro: cercarsi legge

di Daniele Poto il . Istituzioni

La presentazione di un libro è diventata la gettonabile occasione di un convegno polifunzionale ospitato nella Sala della Lauree dell’Università degli Studi “Guglielmo Marconi” a Roma. Organizzatore, autore, propulsore, attivista, il maggior esperto di Compro Oro oggi in Italia, il dinamico avvocato Ranieri Razzante che attorno al tema ha creato un contorno di voci a 360°. “Compro Oro finanza e legalità” era il focus dell’appuntamento. E conviene partire da una notizia che, se opportunamente letta, è positiva. Il numero dei Compro Oro in Italia sta andando incontro a un’ impercettibile flessione. “E’ vero- confermava il massimo dirigente dell’Anopo, associazione di categoria, Andrea Zironi-.

“Da un paio di mesi registriamo un’inversione di tendenza. Se ne chiudono più di quanti se ne aprono e siamo leggermente sotto quota 30.000”. Un segnale positivo vista la bolla quantitativa e viste le conseguenze illegali e criminali che il fenomeno si porta dietro. A una minore quantità può corrispondere una maggiore qualità e un più sostanziale potere d’interdetto. Il brodo di coltura dei Compro Oro è favorevole in Italia grazie a una legislazione insufficiente e a una normativa (quella del 2000) non del tutto adatta alla specificità del genere merceologico, anche se, su quest’ultimo punto, i pareri dei convegnisti si sono rivelati difformi. La distinzione netta di genere è tra gli operatori professionali (una netta minoranza) e gli acquirenti di oro usato per rottamazione (chiara maggioranza). Le stesse autorità di polizia fanno fatica districarsi nei regolamento. Spesso la Finanza commina multe che poi vengono annullate. Sos Radar, un’occasione di auto-segnalazione della categoria, è una potenzialità che non viene sfruttata se, nel corso del 2012, ci sono state solo 50 segnalazioni a fronte delle 60.000 ricevute dal comparto finanziario-bancario. Ranieri Razzante ha portato la dritta del timone sulla maggiore attualità del fenomeno.

“Vogliamo creare norme chiare e funzionali per l’accesso alla professione. La polverizzazione sul territorio fa comodo alle mafie che hanno facilità di infiltrarsi e di sporcare l’immagine della categoria”. C’è un provvedimento legislativo che torna d’attualità. Si gioca sul bicameralismo. La Mattesini al Senato e  Verini alla Camera su impulso del Pd giocano una doppia carta (e non concorrenziale) per riproporre il provvedimento che non è andato in porto per fine legislatura. Le paure di Zironi: “Se non ci mettiamo d’impegno tutti quanti non ce la faremo neanche questa volta. Ho tanta paura in proposito”. Diana De Martino della Direzione Nazionale Antimafia ha rappresentato il caso d’attualità: le mafie nei Compro Oro. Nella regione dove si discuteva fino all’anno scorso se mai si constatasse la presenza della ‘ndrangheta (la Lombardia, copyright Maroni). Un chiaro caso di infiltrazione che verrà presto riproposto. Perché ci sono inchieste giudiziarie in corso che entro un paio di mesi scoperchieranno almeno tre-quattro drammatici casi di coinvolgimento mafioso, cioè dove l’associazione criminale avrà una significativa specificazione supplementare. L’impressione generale è che il settore con l’attuale regolamentare sia una sorta di jungla o di far west senza regole dove l’applicazione criminale e mafiosa con i reati in agguato di usura, ricettazione, truffa, esercizio abusivo della professione, correda il senso stesso di un’attività commerciale che, di certo, non è una missione, ma non può neanche essere propedeutica al sostegno dell’illegalità.

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