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II°edizione del premio “Gruppo dello Zuccherificio”: proclamati i vincitori a Conselice

di redazione il . Emilia-Romagna

89 inchieste, 34 per la sezione “Giovani” e  55 per la categoria nazionale.  79 i partecipanti: giornalisti professionisti, pubblicisti, freelance, studenti delle scuole di giornalismo. Questi i numeri della seconda edizione del “Premio Gruppo dello zuccherificio per il giornalismo d’inchiesta”. Quest’anno a vincere il concorso per la sezione Giovani sono stati Claudia Campese con l’inchiesta ““Confiscate e abbandonate”  sulle aziende sottratte ai bossa a Catania e al secondo posto i colleghi del “Il Clandestino”, che a Modica hanno realizzato, a quattro mani, una inchiesta sugli usurai della porta accanto intitolata “Amici strozzini”. Per la categoria nazionale le due inchieste premiate sono state: “L’ultimo viaggio di Ilaria e Miran” di Luciano Scalettari e Andrea Palladino e “Mafia-Stato. La trattativa continua ora” di Antonino Mazzeo pubblicata su “I Siciliani Giovani”.

Molteplici i temi trattati dai partecipanti: si va dalla lotta alle mafie, alle migrazioni, dall’imprenditoria italiana  al caporalato. Dai rischi del gioco d’azzardo alle tossicodipendenze, alla situazione delle donne nel nostro Paese, dall’emergenza abitativa sino alle infiltrazioni della camorra nel settore audiovisivo in Campania. A coordinare i lavori i ragazzi e le ragazze del “Gruppo dello Zuccherificio” che da alcuni anni animano nel ravennate iniziative di formazione alla legalità e all’informazione nelle scuole e promuovono dibattiti e percorsi in difesa della libertà d’informazione. Sorridenti, allegri e scanzonati ma al tempo stesso organizzati ed efficienti, i giovani dello Zuccherificio sono l’anima di questo premio. Al loro fianco una giuria composta da giornalisti che ai temi “oscurati” e alle  battaglie per la libertà d’informazione hanno dedicato la vita. Fra loro l’energica e instancabile Carla Baroncelli (Tg2), il capostruttura di Rai Tre e giornalista del Fatto Quotidiano Loris Mazzetti, il direttore de “L’Altra Economia” Pietro Raitano, il cronista di Rainews24 e animatore di Articolo21, Giorgio Santelli, Gaetano Alessi di AdEst. Anche Libera Informazione sostiene e promuove il premio dedicato al giornalismo d’inchiesta che verrà consegnato la prossima settimana a Ravenna nella quattro  giorni (dal 16 al 19 maggio) del “Grido della Farfalla” . Insieme ai premi  tradizionali sono stati assegnati anche: una “menzione speciale” alla giornalista Ester Castano, autrice di inchieste e articoli sulla mafia al Nord e un premio Honoris Causa ai giornalisti David Oddone e Fabio D’Urso, che al nord come al sud portano avanti un giornalismo etico contro le mafie.

La serata della proclamazione dei vincitori, raccontata in diretta twitter dai ragazzi del Gruppo dello Zuccherificio, è stata anche l’occasione per confrontarsi sul tema del “Giornalismo e dei nuovi media”, sulle frontiere dell’informazione, sulle sfide del futuro. In un dibattito moderato da Alessandro Romolo del Gruppo dello zuccherificio, ingegnere aerospaziale con la passione del giornalismo, Carla Baroncelli e Gaetano Alessi hanno analizzato limiti e potenzialità dell’informazione on line. Sfatando anche molti luoghi comuni. “Oggi si parta molto dei social network –  spiega la Baroncelli –  ma io voglio dire con forza che un mezzo non può essere ritenuto “colpevole” delle reazioni ai contenuti che veicola. Siamo sempre noi a scegliere “cosa” comunicare e “come”. Il mezzo, in sostanza, non ci “assolve” dal contenuto. Tutt’altro, ci impegna ancora di più a rispettare le regole del mestiere. La Baroncelli punta il dito  sul linguaggio utilizzato dai mezzi d’informazione Non possiamo permettere – continua la giornalista – che per raccontare il delitto di una donna si scriva ancora “Omicidio passionale”, che sia su un articolo cartaceo o su un social network. Un omicidio è un omicidio punto e basta, non ha a che fare con le passioni. E se a morire è una donna è un femminicidio”.

Utilizzare le parole giuste per informare, sviscerare i dati, confrontarli, metterli insieme ad altri per capire: questo secondo la giornalista Rai, l’anima del mestiere ai tempi di internet”. Dal desk al lavoro sul campo, tutto deve continuare ad essere fatto con professionalità, responsabilità e attenzione. E coraggio, come dimostra la storia di Ad Est, giornale siciliano coordinato da Gaetano Alessi, politico  e giornalista (per passione, precisa). “Siamo nati a Raffadali – feudo politico dell’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro – e la nostra battaglia è stata fortemente radicata sul territorio. Abbiamo rischiato molto e l’abbiamo fatto in solitudine per tanti anni”. La storia di AdEst è proprio questa: da un lato un gruppo di ragazzi che avevano a cuore la propria città e credevano nell’informazione libera, dall’altro il politico siciliano che alcuni anni dopo  sarà condannato per favoreggiamento alla mafia. “Il giornalismo oggi – conclude Alessi – è così condizionato dai gruppi di potere che internet e il giornalismo “dal basso” rimangono l’unica via per poter ancora fare inchiesta liberamente”. Come farlo? “Il mestiere – aggiunge la Baroncelli – chiaramente cambierà, andrà incontro a trasformazioni ma non potranno venire meno per nessuna ragione la chiarezza e la precisione dei contenuti, la verifica delle fonti e delle notizie, l’analisi dei dati”.  

L’appuntamento con i giornalisti della giuria del premio dello Zuccherificio e con altri relatori (clicca qui per leggere il programma integrale) è alla quattro giorni del “Grido della Farfalla”, meeting dell’informazione libera cui parteciperanno tante firme note del giornalismo locale e nazionale. 

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