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Potenza: “verità per i coniugi Gianfredi”

Di Marcello Cozzi il . Basilicata

Che si trattava di un omicidio di stampo mafioso lo si è capito dal primo istante, ma più passano gli anni e più abbiamo l’impressione che ad uccidere i coniugi Gianfredi sia stata “mafia di alto livello”.  Lo percepiamo dal fatto che a distanza di 13 anni ancora non si conoscono i nomi né dei mandanti né dei sicari; dal fatto che come in tutti gli omicidi di mafia che si rispettano spuntano all’improvviso “pentiti” le cui collaborazioni non si capisce mai fino a che punto sono vere o costruite ad arte, o anche “pentiti” le cui dichiarazioni sembrano essere fatte ad orologeria;

dal fatto che come in tutti gli omicidi di mafia di spessore ad un certo punto vengono tirati in ballo “personaggi eccellenti” il cui coinvolgimento come minimo rende ancora più complicate e difficili le indagini; dal fatto che come in tutti gli omicidi di mafia di un certo tipo sembra essere tutto più o meno chiaro fino al livello degli esecutori ma quando poi si passa a quello dei mandanti tutto diventa maledettamente complicato; dal fatto che come in tutti gli omicidi di mafia che si rispettano bisogna fare i conti con una infinità di anomalie, non ultime per esempio, il fatto che per un po’ di tempo il nuovo collaboratore Alessandro D’Amato abbia condiviso la stessa cella nel carcere di Nuoro con quello che lui accusa di essere l’organizzatore dell’omicidio Gianfredi e cioè Antonio Cossidente, ed infine il fatto che l’avvocato di colui che si autoaccusa dell’omicidio, appunto D’Amato, sia stato fino all’altro giorno il legale di Cossidente, quello che viene accusato di essere l’organizzatore, e in tutti questi anni anche il legale vicino alla famiglia offesa.

Insomma, non è un omicidio come gli altri quello dei coniugi Gianfredi, ed è per questo che ci preoccupa molto l’indiscrezione di stampa secondo cui la Procura di Potenza avrebbe chiesto ai colleghi di Salerno il fascicolo dell’inchiesta. Una notizia così delicata e riservata come è uscita sulla stampa? Se già con una semplice richiesta si registra una fuga di notizie cosa potrebbe capitare se quelle carte dovessero arrivare negli uffici della procura potentina? Chi fa uscire fuori da quel Palazzo notizie così riservate? Chiediamo che chi di competenza faccia chiarezza sull’accaduto, perché in questa storia non è in gioco solo la verità su quell’omicidio.

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