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Ecomafie 2010, la Toscana scala la classifica

Di Fabio Ceseri il . Toscana

Illeciti ambientali
e traffici di rifiuti, il quadro che emerge in Toscana dal rapporto
ecomafie è allarmante. La regione, infatti, non può stare tranquilla
con il suo 4° posto con 327 reati nel settore del ciclo dei rifiuti.
Era al 7° nel 2007.  Già segnalata da Roberto Saviano in Gomorra
come uno dei punti di partenza di rifiuti, soprattutto scarti di conceria,
che arrivavano in Campania da S. Croce sull’Arno, anche non molto
tempo fa, il territorio toscano è stato al centro di indagini della
Magistratura per quanto riguarda i crimini ambientali.

Nel febbraio di
quest’anno il NOE di Grosseto ha smascherato un traffico di rifiuti
di circa un milione di tonnellate per i quali non era stata pagata la
dovuta tassazione e che aveva visto coinvolte varie aziende tra le quali
la Made Hse dove aveva un incarico Steno Mercegaglia padre della più
famosa Emma.

Rifiuti che dal
sito contaminato di Bagnoli arrivavano in Toscana. L’inchiesta “Golden
Rubbish” aveva preso l’avvio dopo un incidente mortale avvenuto
in una azienda di Scarlino in provincia di Grosseto che trattava illecitamente
bombolette spray. Nel 2006,  una operazione molto importante 
(Cagliostro) portò allo scoperto un traffico di rifiuti pericolosi
che venivano trasformati in materiali di recupero. Seminando un po’
ovunque terra contaminata. Compresa quella proveniente dagli scavi della
ferrovia ad alta velocità, tra Firenze e Bologna e contaminata da idrocarburi
dell’area industriale di Montelupo Fiorentino.

Per questa vicenda
il Tenente Ferri del NOE dichiarò a La Nazione:
“Da almeno quattro anni, in tutte le nostre indagini, la Toscana compare
come snodo per la criminalità organizzata, mafia e camorra, che gestiscono
il business illegale”.
Sempre in questa occasione altri rappresentanti
delle Forze dell’Ordine, confermarono questa tesi e lanciarono l’allarme
di come la malavita stesse entrando in Toscana col ciclo illegale del
cemento, con l’abusivismo, col riciclaggio di denaro sporco.

Il Corpo Forestale
dello Stato segnalava l’aumento delle illegalità (+40%) e di
come la criminalità organizzata fosse al centro di numerosi affari.
Ma è il business degli appalti e del mattone, che in questo periodo
mette in evidenza che la Toscana è “territorio attivo”. Le vicende
Fondiaria,  scuola Marescialli, l’ex panificio Militare tutte
vicende nate a Firenze, sono di tragica attualità ma non dobbiamo dimenticare
vicende passate (Isola d’Elba Comune di Marina di Campo nel 2002)
ed emblematiche  che rendono bene l’idea e confermano che l’illegalità
anche in questo settore è molto presente. Proprio in questi giorni
per la vicenda Castello (Firenze), è stata chiusa. Situazione assai
complessa che ha avuto ripercussioni a livello politico per il coinvolgimento
di assessori,  imprenditori  e funzionari pubblici di rilievo.

In Toscana è 
presente una diffusa illegalità ambientale riscontrabile nel lungo
elenco dei siti contaminati reperibile sulla pagina web della SIRA 
(Sistema informativo regionale ambientale della Toscana http://sira.arpat.toscana.it/sira/Siti_Contaminati/SITI.htm) dove sono oltre 100 i Comuni interessati. 
I dati dei vari Rapporti Ecomafie, indicano un sostanziale e continuo
aumento delle irregolarità. Già nel rapporto 2005 si registrava per
la Toscana un aumento del 45% degli illeciti denunciati dalle forze
dell’ordine. Quest’anno la Toscana si piazza nelle prime posizioni 
dopo  la Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Ma al di la delle
classifiche, già il rapporto Ecomafie 2006 evidenziava una situazione
di estremo allarme che dalla relazione di quest’anno rischia di diventare
un problema serio.  
 
 

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