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Per uccidere un rivale usarono un bazooka

Di Giovanni Tizian (da La Gazzetta di Modena) il . Emilia-Romagna

Dietro l’attentato dinamitardo del luglio 2006 ai danni dell’ufficio di
Sassuolo dell’Agenzia delle Entrate, si celavano le trame affarisitche
della cosca ’ndranghetista degli Arena, i padroni incontrastati,
insieme alla cosca Nicoscia, di Isola Capo Rizzuto. In questo cantuccio
di Calabria della provincia crotonese, gli Arena e i Nicoscia hanno
prodotto lutti e lacrime. Una guerra feroce li ha contrapposti fino a
qualche anno fa, quando per amore degli affari hanno optato per la pax
mafiosa. Tra gli omicidi eccellenti di questa guerra di ’ndrangheta
quello del boss Arena. Nel 2004 a Isola Capo Rizzuto viene ucciso a
colpi di bazooka.  Nel 2006 iniziano le trattative per arrivare alla
pace. Uno dei mediatori e fautori della pax è stato Michele Pugliese,
figlio di quel Franco diventato famoso per la foto che lo ritraeva
insieme al senatore Di Girolamo, arrestato nell’operazione sulla maxi
evasione fiscale e sul presunto voto di scambio con la ’ndrangheta di
Crotone. Pugliese conosce molto bene l’Emilia.

A Gualtieri di Reggio
Emilia, fino al suo arresto nel 2009, ha fatto affari con la sua
azienda di autotrasporti intestata ad un prestanome. Michele Pugliese è
legato ai Nicoscia, un tempo nemici degli Arena, e sarà lui ad
organizzare l’incontro tra i boss delle due cosche affinché
seppellissero l’ascia di guerra. Ma Arena e Nicoscia vuol dire anche
alleanze con la ’ndrangheta di Cutro che si indentifica nelle cosche
Dragone e Grande Aracri. La cosca Arena è alleata con i cutresi
Dragone, entrambi, da anni, stabilitesi nella provincia reggiana così
come le altre due propagini della ’ndrangheta di Capo Rizzuto e Cutro,
i Nicoscia e i Grande Aracri. Alla cosca Grande Aracri apparteneva il
collaboratore di giustizia Angelo Cortese. Lo stesso che ha
testimoniato e raccontato gli affari della ’ndrangheta di Cirò a
Modena. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia rafforzano il
dato accertato in numerosi processi, ossia che gli Arena e i Nicoscia
fino agli anni ’90 costituivano un unico gruppo che controllava tutte
le attività imprenditoriali del territorio. Villagi turistici, imprese,
attività comerciali e ristoranti. E le ragioni della guerra che ha
contrapposto le due famiglie sarebbero state proprio di natura
economica. Una guerra che ebbe inzio nel 2000 con l’omicidio di Franco
Arena, “u Tropeanu”. “Non vi è complesso turistico nel territorio di
Isola Capo Rizzuto che non costituisca una fonte di reddito per l’una o
per l’altra famiglia” riferì nel 2008 il collaboratore ai magistrati.

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