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In una terra meravigliosa, la gioiosa raccolta di finocchi con don Ciotti

Di Angela de Lorenzo (da ilcrotonese.it) il . Calabria

Non potevano dire no ad una bella giornata sotto il sole di primavera, all’idea di poter respirare i profumi della campagna, nuovi per chi vive in città, ma così eterni da far risvegliare orgogliosa l’identità di chi vive in questa terra. L’odore dell’erba verde, della camomilla, del finocchio, respirati davanti a quel panorama suggestivo creato dai colori variopinti dei papaveri e delle margherite, mentre sullo sfondo si vede l’azzurro del mare, regalano un’emozione che non ha prezzo, che fa ricordare quanto vale la pena amarla la propria terra. E così in tanti, martedì 27 aprile, non sono andati a scuola o a lavoro per andare a raccogliere i… finocchi ‘Freschi di legalità’. 

E la giustificazione? Bé, a quello ci ha pensato don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di ‘Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie’. Una giustificazione valida e plausibile se è vero, come lui stesso ha affermato, che nei campi di Vermica chi è andato ha “regalato una nuova ed importante pagina di storia alla sua realtà, a questa Calabria meravigliosa, da cui, ogni volta che vengo imparo qualcosa di nuovo”. E infatti, gli sterminati, fertili e pianeggianti campi di Vermica non sono terreni come gli altri, ma confiscati alla criminalità organizzata e restituiti alla collettività. E quello di martedì, la prima raccolta dei finocchi, è stato solo il primo passo verso una riappropriazione concreta di quel patrimonio prima appartenuto al clan Arena. Per questo è stato giusto viverlo con entusiasmo, come un vero e proprio momento di festa; per questo in tanti hanno ritenuto giusto anche non andare a scuola o a lavoro pur di non rinunciare a vivere questo giorno importante da protagonisti.  Lo hanno fatto con orgoglio soprattutto i cittadini di Isola Capo Rizzuto, accompagnati dal parroco don Edoardo Scordio, i numerosi volontari della Misericordia con il loro governatore Leonardo Sacco, gli abitanti di Le Castella con don Luca Greco, gli studenti dell’istituto agrario di Cutro… Sono andati su quel campo di finocchi per non privarsi di una soddisfazione nel futuro, quando potranno dire “anche io c’ero, ho lottato per la legalità nella mia terra”. Proprio questo hanno detto anche i ragazzi della parrocchia di Fondo Farina, ‘Maria Madre della Chiesa’, accompagnati da don Massimiliano Assisi. È solo il primo passo, è vero, la strada sarà ancora lunga e in salita, lo ha riconosciuto anche il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, che insieme alla Prefettura, a ‘Libera’ e alle associazioni del territorio, ha intrapreso questo cammino rivoluzionario per il territorio da oltre un anno, ma almeno, non lo si può negare, un segnale positivo è stato lanciato ed è importante, sia per i tanti crotonesi ormai scoraggiati, che per l’immagine riflessa nel resto d’Italia a cui purtroppo da qui solitamente giungono solo messaggi estremamente negativi. 
Don Luigi Ciotti, però, nonostante questo, della Calabria e di Isola Capo Rizzuto si è fatto un’idea differente: “È una terra meravigliosa” ha detto quando è giunto in località Vermica, constatando la partecipazione convinta a ‘Fresco di legalità’ – questo il nome dato alla manifestazione. Ciotti, infatti, non ha potuto contenere l’entusiasmo: “È bellissimo – ha commentato – vedervi qui tutti insieme, liberi da ogni etichetta e impegnati solo per lo stesso fine. Insieme per scrivere questa pagina di storia nuova della vostra terra. Dovete esserne grati al sindaco Girasole, una mamma coraggiosa che sta andando controcorrente, a tutte le persone oneste che ci credono, nonostante tutto, come i genitori del piccolo Domenico Gabriele, che oggi sono qua a raccogliere i finocchi insieme a noi confermando la volontà di mettersi in gioco. Lo so – ha aggiunto Ciotti – che avete paura ed è normale, ma questa si sconfigge se stiamo insieme, dove hanno fatto così ci sono sempre riusciti e hanno vinto. Dobbiamo usare la nostra libertà per liberare chi libero non è”. Il fondatore di ‘Libera’ ha avuto carezze e sorrisi soprattutto per i più giovani, che lo hanno accolto con applausi ed intonando dei cori per inneggiarlo (“grande don Ciotti”, “uno di noi, don Ciotti è uno di noi”). “Questo – ha spiegato il presidente di ‘Libera’ – è solo l’inizio, nascerà una cooperativa sociale che darà ai giovani un lavoro dignitoso. I finocchi che state raccogliendo saranno distribuiti il Primo maggio a Rosarno, Roma e Bologna, il vostro impegno toccherà tutta l’Italia, perché dovete ricordarvi che in tutta l’Italia ci sono tanti Rosarno, luoghi in cui esistono violenza e sfruttamento, per questo voi avete un impegno da realizzare in nome della legalità e della dignità e lo inizierete a fare da queste terre, che vi sono state restituite, che sono le vostre, da qui dovete dare segnali di speranza. Segnali concreti però – ci ha tenuto a precisare – perché la speranza è il fare, la speranza è il lavoro ed è qui che dovete costruirvelo. Per questo oggi avete fatto benissimo a venire, dovete esserci ogni volta”. “Il finocchio è il frutto migliore della nostra terra – ha detto Carolina Girasole – ciò che più rappresenta la nostra agricoltura. Andrà nelle piazze d’Italia il Primo maggio come messaggero del nostro impegno, servirà a dire che anche qui c’è chi lavora e vuole farlo onestamente, testimonierà la nostra sete di giustizia e di legalità”. “È un giorno bellissimo, un momento di festa e noi non potevamo mancare – sono state le parole di Giovanni Gabriele, il papà del piccolo Dodò, assassinato la scorsa estate in un agguato di mafia mentre giocava a calcetto – siamo pronti ad impegnarci per contribuire alla lotta alla mafia. 
Mio figlio non tornerà ed è l’unica cosa che, invece, io vorrei. Però è bello per noi vedere questo entusiasmo, capire che la gente vuole cambiare le cose, solo così possiamo ritrovare la speranza”. Ma Giovanni e Francesca Gabriele non erano gli unici presenti ad aver sperimentato sulla loro pelle la violenza della mafia, su quel campo di finocchi, insieme a ‘Libera’ ci sono voluti essere anche Mimma e Debora Cartisano, rispettivamente moglie e figlia di Lolò, il fotografo sequestrato a Bovalino nel 1993, i cui resti sono stati ritrovati solo di recente. A benedire la raccolta è stato il vescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani, che rivolgendosi ai giovani presenti ha detto “voi siete il futuro, ma anche il presente ed è solo grazie a voi che è bello. Grazie ragazzi perché siete qua questa mattina”. Graziani ha voluto comunque ricordare la necessità che i giovani siano seguiti “i ragazzi – ha infatti ribadito – vanno accompagnati perché il loro grande entusiasmo non si disperda; vanno guidati soprattutto nella conoscenza perché senza cultura non può esserci libertà. Occorre educare i nostri giovani a non delegare le responsabilità”. “Lo Stato ha fatto la sua parte – ha dichiarato il prefetto Vincenzo Panico – ora si è messa in moto la parte sana della società, che sono le associazioni. Quella di questa mattina è solo la tappa di un percorso, una battaglia vinta, la nuova cooperativa dovrà far fruttare tutti i terreni e non sarà facile, ma se ci sarà condivisione da parte di tutti, una rivoluzione culturale contro il malaffare capace di far comprendere che la legalità conviene, potremo festeggiare la vittoria definitiva della guerra, quella che stiamo combattendo contro la mafia”. Hanno altresì partecipato il questore Giuseppe Gammino, il presidente del Consiglio provinciale, Benedetto Proto, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, associazioni del terzo settore, movimenti e associazioni cattoliche e ambientaliste come Wwf, Legambiente, la Prociv, Meklaie… C’erano tutti. “L’onda libera” – proprio quella della canzone dei Modena City Ramblers, che intanto si
ascoltava in sottofondo durante la raccolta – “è arrivata” e pare che non abbia risparmiato nessuno.

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