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« Milano, io ci sono »

Di Norma Ferrara il . Lombardia

Le ragioni di ieri, quelle di oggi e quelle di domani. A Milano, il prossimo 20 marzo. Cittiadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alla forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. Vittime innocenti delle mafie. I loro nomi saranno letti durtante il corteo che ogni anno ricorda le vittime della violenza mafiosa e che quest’anno si svolgerà a Milano.  “Andiamo a Milano, da tutta Italia, per dare un grande abbraccio – dichiara il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti  – ai familiari delle vittime, di tutte ma proprio tutte, le vittime della criminalità organizzata in questo Paese”.Da 15 anni è ormai una realtà che attraversa il Paese e ricorda nel primo giorno di primavera (quest’anno anticipato a sabato 20 marzo, per facilitare la partecipazione di tutti) il sacrificio delle vittime e soprattutto rilancia un impegno concreto e continuo che dura 365 giorni all’anno. Scuole, associazioni, singoli cittadini, enti locali, tutti quest’anno porteranno in quella che è la capitale economico – finanziaria del Paese, il loro impegno contro le mafie e illegalità.  “Legami di legalità, legami di responsabilità” è lo slogan scelto per accompagnare questa giornata, durante la quale si incontreranno a Milano circa 500 familiari (italiani e stranieri) delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3000 familari.

INSIEME A MILANO

“Saranno presenti rappresentati delle Ong di circa 30 paesi europei – ricorda Tonio dell’Olio, dell’ufficio di presidenza di Libera – per una globalizzazione dell’antimafia responsabile”. Presentato oggi alla sede Rai di Roma anche lo spot che lancerà sul servizio pubblico, per il decimo anno consecutivo, il giorno della memoria e dell’impegno. Lo spot, patrocinato da Pubblicità Progresso con il supporto del segretarato sociale della Rai, verrà ttrasmesso sulle reti pubbliche nei giorni antecedenti alla manifestazione. Come ogni anno a realizzarlo, nell’ambito delle attività didattiche del Marano Ragazzi Spot Festival,  i ragazzi che aderiscono al progetto, con la preziosa supervisione di Rosario Duonno, animatore di questo percorso che da molti anni racconta questa giornata, con un linguaggio innovativo, diretto e incisivo. La comunicazione che appartiene ai ragazzi, molti dei quali giunti in conferenza stampa a raccontare questa avventura formativa che li porterà a Milano. “Io ci sono”, urla nello spot della XV giornata, un bambino sull’uscio della sua casa, mentre fuori da più parti altri ragazzi accorrono sul luogo di una manifestazione. “Quest’anno il percorso è partito da una riflessione sulla parola “insieme” – dichiara Rosario Duonno durante la conferenza stampa – e tutto lo spot è un invito esplicito alla partecipazione, ad esserci, ad impegnarci in prima persona e non rimanere lontanti, indifferenti, distratti.

LE RAGIONI DI IERI

“Perchè abbiamo scelto quest’anno la Lombardia? – sottolinea Ciotti – perchè quella città custodisce un bagaglio prezioso di esperienze positive, culturali, civili che è importante valorizzare. E’ una regione che ha dato molto anche nella lotta alle mafie. C’è davvero tanta ricchezza di persone, di giovani e di memoria che il 20 marzo nel suo capoluogo non potrà che essere l’occasione per tirarle fuori, ricordarle tutte”. Milano è la città di persone come Giorgio Ambrosoli, ricorda Ciotti nel suo intervento, che l’11 luglio del 1979 venne uccuso da un killer della mafia italo americana per il suo coraggio e l’inflessibilità. Sono passati trent’anni da quel tragico evento ma la lezione che proviene dal scarificio di Ambrosoli è ancora oggi vivo e valido. Milano è la città anche di altre vittime di mafia, morte in Lombardia o causa del loro impegno profuso nel resto del Paese. Fra gli altri, Alssandro Ferrari, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, e Driss Moussafir, vittime dell’attentato di via Palestro, avvenuto nella stagione della cosiddetta “trattativa” tra Stato e Cosa nostra.

MEMORIA, IMPEGNO E CONDIVISIONE

A dare loro voce oggi alla conferenza stampa le testimonianze di Franco La Torre e di Stefania Grasso. “Chi ha avuto questo tipo di lutto – commenta La Torre  – sa quanto sia difficile l’elaborazione;  molti di noi solo dopo hanno trovato una strada. E’ quella della condivisione con le persone che sono state, come noi, hanno perso i loro cari, e la condivisione con tutti coloro che vorranno conoscere queste storie, quelle vite, questo dolore che oggi è diventato impegno quotidiano”. ” 20 marzo è anche importanza delle parole – dichiara Stefania Grasso, responsabile del settore Memoria per Libera – quest’anno lo slogan richiama la parola  “legami”. Sono per noi, quelli che si sono interrotti quando i nostri cari sono stati uccisi. Avevamo con loro un legame e qualcuno l’ha interrotto per sempre”. Oggi quei legami – ricorda Stefania, diventano, in un ribaltamento di fronti, legami di responsabilità e memoria.

LE RAGIONI DI OGGI

Così attraverso la Memoria si arriva all’oggi, all’impegno, a ciò che c’è da fare nella città in cui ebbe origine il più grosso scandalo economico – politico, Tangentopoli – che portò all’uscita di scena di una intera calsse poltica, in quegli anni, travolta da molte inchieste sulla corruzione del pool “Mani pulite”. “Proprio le inchieste sulla corruzione evidenziano – dichiarano da Libera – come il sistema mafioso prosperi grazie al costante rapporto con la politica e istituzionei unite dala medesima distorta visione di un potere che non sia al servizio della collettività”. Tante le ragioni per esserci a Milano, le sottolinea anche il vice – presidente di Avviso Pubblico, Giovanni De Martino. che ricorda “l’importanza di esserci in un percorso di formazione continua, che chiama soprattutto gli enti locali e le amministrazioni ad intensificare l’opera di contrasto alle mafie,al sud come al nord. “Nell’ultima relazione dei servizi segreti al Parlamento – dichiara Ciotti – viene confermato quello che purtroppo diciamo da tempo. E’ necessario non abbassare la guardia, perchè Cosa nostra sta ricominciando, dopo l’inabbissamento, la sua risalita. La minaccia mafiosa in Italia – scrivono nella relazione – si sta sempre più radicando al centro nord. La Lombardia è i cima alla lista delle regioni in cui il fenomeno mafioso si manifesta”.    

Programma del 20 marzo

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