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Quei tesori nascosti

Di Marcello Cozzi il . Basilicata

A Palazzo San Gervasio c’è  ancora chi non ha il coraggio di fare il nome di Antonio Sciarra pubblicamente; c’è chi pensa che tutto sommato si sia esagerati sul suo conto; e c’è chi fa finta di non sapere che almeno tre immobili erano i suoi prima ancora che venissero confiscati perché risultati frutto della sua attività usuraia. O forse qualcuno lo sa: forse lo sanno quelle mani ignote che da un po’ di tempo si stanno rendendo protagoniste di atti vandalici all’interno di una di quelle strutture, quella che oggi è gestita dall’associazione Amica e che è diventato un importante punto di riferimento a Palazzo.

Ed invece stando all’autorità giudiziaria da oggi di questo signore sappiamo una cosa in più: che il patrimonio ricavato in modo illecito sulla pelle di tanta gente è molto più vasto di quei soli tre immobili di Palazzo San Gervasio. L’operazione di sequestro realizzata dallo SCO di Potenza su provvedimento della Procura di Melfi, getta luce su una ricchezza nascosta che è pari ad almeno 2.000.000 di euro che Sciarra aveva intestato a suoi familiari tra Venosa e Genzano di Lucania oltre che a Palazzo San Gervasio.
Ci si chiede: dietro quei tanti zeri quante lacrime sono state versate? Quanta gente ha subito in silenzio? Su quante sofferenze è stato accumulato quel tesoro? E quanta gente ancora non ha detto tutto di quella violenza subita?
Ma ci chiediamo anche: quanti altri tesori nascosti ci sono in Basilicata? Quanti, anche insospettabili, hanno costruito la propria fortuna sulla vita usurata di tanta gente? E quanti, i cui nomi invece conosciamo benissimo, sono convinti di continuare a girare con le loro Ferrari impunemente solo perché le proprie ricchezze macchiate di sangue le hanno intestate ad altri? 
L’ennesimo sequestro al tesoro sporco di Sciarra tolga il sonno ai signori dell’usura, turbi la tranquillità agli insospettabili e apra gli occhi a chi è rimasto ancorato all’immagine folkloristica dello strozzino di paese.

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