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Montecatini, l’arte della libertà

Di Stefano Fantino il . Toscana

Vedere Montecatini invasa dai ragazzi ha in sé qualcosa di rivoluzionario, quantomeno di inusuale, rispetto all’aspetto che la cittadina propone. Eppure il paese della provincia di Pistoia, noto per le sue terme, il turismo della terza età e una solida economia fatta di alberghi e terziario, ha dovuto fare i conti da diversi anni con Albachiara, il percorso che qui porta per un tre giorni più di mille ragazzi per confrontarsi sui temi della democrazia e della libertà.

Un appuntamento che si rinnova ogni anno e che è già giunto alla sesta edizione, facendo del Campus un appuntamento fondamentale in cui la provincia di Pistoia e il gruppo Abele riversano ogni anno le migliori forze.Durante le tre giornate, dal 15 al 17 ottobre, il progetto Albachiara ha promosso tre mattinate e due pomeriggi di intenso lavoro, prima in plenaria e conseguentemente nei lavori di gruppo pomeridiani. Proprio in questo ambito quest’anno il campus ha segnato una grande espansione arrivando a proporre quasi 50 gruppi di lavoro che hanno interessato aree tematiche inerenti grandi temi di democrazia e partecipazione ma anche diversi ambiti artistici.Le quattro macroaree, economia e beni comuni, informazione e comunicazione, democrazia e partecipazione, integrazione e cultura, sono stati laboratori fertili dove cominciare a far germogliare i semi gettati nelle plenarie.

Anche Libera Informazione, invitato a partecipare alle sessioni di lavoro, ha potuto in questo modo integrare preziosi interventi della mattina per introdurre un tema importante come quello della libertà di informazione e delle mafie, in Italia. Davanti a un gruppo di lavoro estremamente giovane, con una età media di 17 anni,  un argomento come mafie e informazione pone di base molti aspetti critici. La giovane età, anche lo scollamento da eventi storici importanti per una coscienza democratica nei confronti del tema mafioso poteva indicare un punto di  debolezza e potenziale disinteresse. Fortunatamente molti interventi delle plenarie hanno esposto i tanti al ragazzi al contagio da parte del germe della consapevolezza ponendo diverse volte l’accento sul tema dell’informazione.

Il procuratore di Palermo Ingroia nel suo intervento, capace di catalizzare l’interesse dei tanti giovani ha posto l’accento anche su questo, invitando soprattutto a considerare un problema come quello mafioso come parte integrante dei propri contesti di provenienza. Anche se non sono nel meridione d’Italia. Un argomento che sicuramente vede nel veicolo informativo un mezzo fondamentale di diffusione. E davanti a una classe di alunni provenienti dal centro nord, soprattutto, è stato interessante dibattere sulla necessità di parlare in maniera più approfondita e scevra da stereotipi di mafie.Per non ricadere, ora, anno 2009, nel clichè del sud mafioso, senza ritenersi interessati da quel fenomeno, che ha ricordato Ingroia ai giovani, ha sicuramente nell’ambito finanziario il suo risvolto meno visibile ma più importante.

La cosa fondamentale è quella di approcciarsi al tema mafioso non ignorando una profondità di lettura da cercare tramite il maggior numero di fonti possibili: Santo della Volpe, giornalista del tg3 e vice presidente di Libera Informazione, batte molto su questo tasto. La velocità spasmodica non deve impedire di analizzare in profondità le questioni importanti come la mafia, non lasciando, inoltre, soli e disarmati coloro che si battono con difficoltà per informare su queste tematiche.Perchè informare significa innanzitutto permettere di venire a contatto con notizie, dati, fatti che sono, di base, fondamentali per prendere decisioni e agire consapevolmente in democrazia.

Ne sono convinti Giancarlo Caselli, procuratore a Torino e storicamente impegnato contro la mafia, Michele Gagliardo, coordinatore del progetto Albachiara e anche Don Ciotti, capace nel finale di sintetizzare in chiusura le motivazioni, lo spirito e i risultati cui mira il Campus. Un modo di entrare in contatto con tematiche nostre, a dispetto dell’età, un campus per acquisire consapevolezza e strumenti utili, nell’immediato e nel futuro, a renderci cittadini coscienti e democratici.

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