NEWS

Basilicata, l’ora di aprire la bocca

Di Stefano Fantino il . Basilicata

Labbra serrate da una cerniera, in
taglio basso. Lo sfondo nero con una scritta significativa “Chi si
volta dall’altra parte, chi vede solo quello che vuole, chi fa finta
di non vedere, chi vede e non parla, è complice. Anche tu vuoi
esserlo?”. Condensato in questo duro manifesto un invito a
riflettere indirizzato a tutti i lucani. Nella fattispecie a quelli
Vulture-Melfese, dove il manifesto in questi giorni sta circolando
nei comuni di Rionero, Melfi, Venosa, Lavello e Potenza.

E in testa al manifesto alcune date
significative, che ricordano le morti, violente, avvenute per mano
mafiosa nel territorio lucano. Una su tutte quella del boss Bruno
Cassotta, ucciso a colpi di pistola alla testa a Rionero in Vulture,
giusto un anno fa.

Un manifesto per scuotere le coscienze

«L’anno scorso, dopo l’omicidio
Cassotta organizzamo una manifestazione in piazza. Quest’anno l’idea
del manifesto da far circolare nel nord della Lucania è innanzitutto
un invito a riflettere su queste strani morti di cui al momento si sa
ancora poco, ma che portano inequicovabilmente al mondo mafioso». Ne
è certo Don Marcello Cozzi, referente lucano di Libera. La morte di
Cassotta è solo l’ultima di un serie, è impossibile ora non
guardarsi intorno e capire che questa realtà ci coinvolge tutti.

«La mafia si combatte con il
protagonismo di ciascuno di noi.Non bastano solo le forze dell’ordine
per combattere la criminalità. Questa è la strada della delega , di
chi sceglie di girarsi dall’altro lato e di non parlare pur sapendo,
contribuendo al perpetrarsi delle logiche criminali».

Guerra di mafia nell’alto potentino

Il pensiero di Marcello Cozzi è
rivolto alla serie di omicidi che hanno preceduto quello di Cassotta
e che devono essere letti in maniera unitaria affinché non si dia
una interpretazioni degli stessi come episodi isolati. Già
l’omicidio di un anno fa era stato un duro colpo ai Cassotta, facendo
intravedere robuste dinamiche mafiose, dietro l’agguato. Si trattava
infatti dell’omicidio del terzo fratello del clan, dopo l’uccisione
nel 1991 di Ofelio e quella di Marco, ucciso nel luglio dello scorso
anno. Chiari segnali di una guerra di equilibri nel territorio del
Vulture Melfese, che rimane uno dei centri più insanguinati dalli
scontri tra clan come sottolinea la relazione 2008 della DNA «il
maggior fermento criminale si è riscontrato nel Vulture Melfese, ove
da molti anni è in atto uno scontro armato fra i contrapposti clan
Cassotta e Delli Gatti-Petrilli, che ha determinato numerose vittime
in entrambi gli schieramenti». Fin dagli anni Novanta, infatti, il
conflitto ha visto alla base la volontà di ottenere il predimonio
sui traffici illeciti pur di ottenere «con modalità tipicamente
mafiose (…) la leadership criminale in un territorio dove sono
insediati rilevanti stabilimenti produttivi» (Relazione Dna 2008).

«Ora la situazione è molto confusa – continua Marcello Cozzi – e le vecchie faide si stanno scontrando con nuove alleanze che sembrano nascere in tutta la regione. Per quanto riguarda i Cassotta, stanno tentando di avvicinarsi al clan dei Basilischi, che dopo la dura condanna del 2007 stanno tentando di riorganizzarsi». Il riferimento di Cozzi è alla ‘ndrina dei “Basilischi”, ‘ndrina della ‘ndrangheta calabrese, costituitasi nel 1994 in Basilicata e condannata con sentenza del 21 dicembre 2007 dal tribunale di Potenza. L’ala potentina in particolare, un tempo guidata dal boss Martorano, attualmente al 41 bis a Cuneo, manca della sua guida e potrebbe tentare una riorganizzazione su base regionale. «In gioco i Cassotta, le ‘ndrine calabresi, e i vecchi Basilischi – dice Cozzi – ma discernere i movimenti è davvero difficile».

Più sensibili al tema che in passato, ma non basta ancora 

Se l’iniziativa di Libera vuole sensibilizzare una regione poco attenta, la conferma del valore di alcune mobilitazioni arriva da un amministratore comunale. Antonio Placido, sindaco di Rionero in Vulture non ha dubbi: «Devo sottolineare come l’azione della Magistratura si sia intensificata dopo la manifestazione del 9 ottobre scorso, in seguito all’omicidio Cassotta, portando a importanti svolte su alcuni omicidi degli anni Novanta. Tutto questo è merito della mobilitazione». Interrogato sulla situazione nel suo territorio il sindaco rimarca la tendenziale stazionarietà del fenomeno rispetto allo scorso anno: «Dal punto di vista fattuale siamo nella stessa situazione dello scorso anno. L’unica differenza è sicuramente quella di una situazione economica difficile che di base garantisce più spazio all’usura da un lato e dall’altro al riciclaggio. Inteso come capacità di investimento in attività lecite in un periodo in cui praticamente nessuno investe». «Con tanti capi al 41 bis, si è di fatto limitato alcune azioni eclatanti di sangue ma non significa che non vi sia nulla all’orizzonte» continua Placido.  E riguarda alla sensibilità della popolazione verso questi temi? «Penso sicuramente che la popolazione sia più sensibile che in passato, ma non per questo sufficiente. Trovo ancora molto difficile fare un discorso diretto sull’usura con operatori economici e artigiani che spesso evitano di parlarne- prosegue il sindaco».  In fondo, chiude il Placido «c’è una tendenza al timore e alla paura, e una diseguale consapevolezza: è più chiaro ai giovani che sia un problema anche regionale, mentre le vecchie generazioni pensano, guardando i tg, che sia solo cosa di Sicilia e Calabria». Segno che le provocazioni e le mobilitazioni sono utili e stanno incidendo piano piano nel tessuto sociale.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link