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Lettera aperta di Ninetta Burgio, mamma di Pierantonio Sandri

Di Ninetta Burgio il . Sicilia

Cerco mio figlio
dal giorno della sua scomparsa, il 3 settembre del 1995.

Ogni minuto
del giorno e della notte il mio pensiero è stato Pierantonio. Avrei
voluto “sapere”, “conoscere”, “capire” cosa fosse accaduto
a un giovane che si stava affacciando alla vita.

Non ho mai
lasciato la mia città perché dovevo “cercare” e “ritrovare”
Pierantonio.

Nella mia mente,
nel mio cuore, nella mia anima c’era sempre la speranza di ”ritrovare”
mio figlio. Ho appreso attraverso la stampa che nelle campagne di Niscemi
era stato ritrovato un “corpo” e con alta probabilità si tratta
dei resti di Pierantonio.

Ringrazio la
Polizia di Stato, la Procura della Repubblica di Caltagirone, la Questura
di Caltanissetta e il Commissariato di Niscemi, la Squadra Mobile di
Caltanissetta e tutti quanto hanno, in questi anni, lavorato con dedizione
e costanza per dare una risposta di giustizia ad una grande ferita scavata
dentro di me, ferita che aveva il bisogno di sapere.

Ringrazio il
Sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, che è mi ha immediatamente
portato la vicinanza e la solidarietà della mia città.

Ringrazio don
Luigi Ciotti che, durante questi lunghi anni, mi è sempre stato vicino
insieme a  Libera, ed ha saputo darmi e dirmi nei momenti
di profondo sconforto la parola giusta per continuare a sperare.

Ringrazio la
mia amica e mio avvocato Enza Rando che mi ha sempre accompagnato in
questi lunghi anni, in tutti i luoghi e in tutti i posti dove avevo
la speranza di ritrovare il mio Pierantonio.

Voglio dire
al Paese che questo è un segnale di grande civiltà perché 
“sapere”, “conoscere” anche verità dure e atroci significa
ridare speranza e fiducia ad una comunità che deve sempre aprire gli
occhi, perché a nessun altro suo giovane, a nessun altro Pierantonio,
a nessuna altra Lorena deve essere spezzata la vita, i sogni, la speranza
e privarli del futuro.

Pierantonio,
come ho sempre gridato, è un bravo ed onesto giovane che stava
crescendo per entrare nel mondo degli adulti. Mio figlio è cresciuto
dentro una famiglia che lo aveva educato nel rispetto dei valori della
solidarietà, dell’accoglienza e della legalità. Purtroppo anche
per questo Pierantonio ha trovato la morte.

Spero ed Auguro
che la Magistratura e le Forze dell’Ordine sapranno fare anche piena
luce sulle motivazioni, sulla storia di un giovane a cui è stata spezzata
la vita e sono certa che questa città saprà “custodire” i suoi
giovani e alzare la testa, lottare sempre contro tutte le ingiustizie
e le mafie. Continuerò con tutte le mie forze a portare avanti la battaglia
per la legalità.

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