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Concretezza e continuità

Di Don Marcello Cozzi il . Basilicata

A Novembre ci siamo fermati per
la prima volta tutti insieme. Abbiamo condiviso preoccupazioni, ansie e
timori per un presente caratterizzato dalla confusione, da certe
logiche giustizialiste, dalla tentazione dell’autoreferenzialità e
dell’autocelebrazione, ma anche da un panorama politico – nazionale e
regionale – sempre più caotico e incomprensibile, da un orizzonte
economico e sociale che spaventa tutti rendendo sempre
più incerto il cammino futuro.
Abbiamo
messo in comune percorsi, diversità, sensibilità, ma anche la voglia di
esserci, di non rassegnarci dinanzi al silenzio e alle tante ombre che
per troppo tempo hanno avvolto la nostra regione. Di non tacere davanti
alle vite straziate di uomini e donne che in Basilicata hanno pagato e
pagano sulla propria pelle il duro prezzo degli affari illegali e dei
mercati criminali. Di non tollerare più alcuna forma di oblio e di
tacita
convivenza.

Ci siamo detti che al tempo della denuncia
deve necessariamente seguire quello della proposta, ci siamo guardati
in faccia prendendoci le nostre responsabilità e dicendoci che non è
sufficiente alzare la voce, non ci si può fermare all’indignazione, ma
occorre che la rabbia diventi progetto propositivo e positivo, perché
la gente ha bisogno di speranza, di risposte e di punti di riferimento
credibili e costruttivi.
Le reazioni spropositate di alcuni
“personaggi”, il nervosismo e la fibrillazione che serpeggia in quegli
ambienti nascosti che si muovono dietro le quinte e nell’ombra, ma
anche certi episodi che all’improvviso sono ritornati alla mente di
tanta gente che abbiamo incontrato, ricordi che sono affiorati da un
passato che sembrava essere andato via per sempre, ci fanno capire che
siamo sulla strada giusta, che quelle storie senza risposte
potranno
vedere finalmente la luce e che coloro che tirano le file del malaffare
non per sempre l’avranno vinta. Abbiamo preso una strada senza ritorno.
Ne abbiamo preso coscienza e ci siamo
impegnati nell’avviare
riflessioni comuni per rivestire di concretezza e di continuità la
nostra voglia di verità, il nostro impegno per la legalità e per la
giustizia, la nostra sete di bellezza.
È in queste parole la sfida
che ora ci attende: la concretezza e la continuità. Le mafie e le zone
grigie sono più forti: fermarci, rallentare, perdere l’entusiasmo
significa dargliela vinta. Non possiamo permettercelo nel nome di
Elisa, di Luca, di Marirosa, di Mariantonietta, di Vincenzo, di
Giovanni e di molti altri.

Don Marcello Cozzi

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