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Mafia Spa favorita dalla crisi

Di Gaetano Liardo il . Istituzioni

Preoccupazione da parte del Presidente della Repubblica in un messaggio inviato alla Polizia di Stato nel giorno della festa dei 157 anni della nascita del corpo. Giorgio Napolitano esprime la sua preoccupazione sulla forza, consistenza e pervasività delle mafie nel nostro paese. « La mafia può approfittare della crisi», afferma il Presidente, «il livello di attenzione dovrà essere mantenuto sempre alto in quanto esiste il rischio che le organizzazioni di stampo mafioso possano approfittare dell’attuale crisi per acquisire il controllo di aziende in difficoltà, con una invasiva presenza in tutte le regioni del Paese.

La cooperazione internazionale é da privilegiare anche nel contrasto dell’immigrazione clandestina e della criminalità straniera sul territorio nazionale, che rischiano di ingenerare una diffusa percezione di insicurezza e preoccupanti fenomeni di intolleranza». Un messaggio forte che evidenzia tre importanti punti critici: le mafie dispongono di un volume immenso di denaro che, debitamente ripulito, immettono nel circuito dell’economia legale, alterando le regole del mercato. La crisi per il crimine organizzato rappresenta una grande occasione per consolidare la propria presenza nelle regioni di origine, ma anche per portare a compimento l’infiltrazione in mercati più ricchi e floridi del centro e nord Italia, nonché dell’Europa.

Dinamiche, queste, ampiamente documentate dall’ultimo rapporto di Sos Impresa, il cui obiettivo è quello di «evidenziare la potenza finanziaria, la grande liquidità di denaro disponibile, e di conseguenza i rischi che ne derivano per l’economia italiana e non solo» di quella che può essere definita la “Mafia Spa”. I numeri elencati da Sos Impresa sono allarmanti: il giro di affari delle mafie viene stimato in 130 miliardi di euro l’anno, con un utile netto di 70 miliardi. Il ramo commerciale dell’azione mafiosa, quello cioè che incide direttamente sulle imprese, viene calcolato in 92 miliardi di euro, una cifra pari al 6% del Pil del nostro paese. «Ogni giorno una massa enorme di denaro passa dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori a quelle dei mafiosi, qualcosa come 250 milioni di euro al giorno, 10 milioni di euro l’ora, 160 mila euro al minuto».

Un flusso costante di denaro capace di alterare e condizionare il libero mercato. Rischio, questo, che non corrono soltanto le regioni a “tradizionale insediamento mafioso”, ovvero le regioni “occupate” del sud Italia, ma anche le regioni del centro-nord. Denaro, tanto denaro liquido, debitamente riciclato nei paradisi fiscali, fa gola in una situazione di crisi economica caratterizzata principalmente dalla mancanza di liquidità. (link: Paradisi fiscali e riciclaggio di denaro sporco: le ambiguità del G20 e le “liste” dell’Ocse) Occorre, quindi, mantenere una vigile attenzione. Le mafie si preparano a banchettare con l’Expo di Milano del 2015, con la ricostruzione dell’Abruzzo, ma anche con il controllo sulle piccole e medie imprese, l’ossatura economica del nostro paese.

Di fronte ad una minaccia così forte serve una risposta altrettanto forte. Proprio oggi il Parlamento Europeo ha votato la relazione di Maria Grazia Pagano (Pse) sullo sviluppo di uno spazio di giustizia penale dell’Unione europea, che invita, tra l’altro, il Consiglio ad approvare una normativa europea sul riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, riprendendo la filosofia della legge 109/96 approvata dal Parlamento italiano grazie all’impegno di sensibilizzazione sociale dell’associazione Libera.

«La relazione Pagano rappresenta un altro passo in avanti verso l’adozione di una normativa europea sul riuso sociale dei beni confiscati alle mafie. Dopo più di un anno di lavoro, a fianco di FLARE e Libera, siamo riusciti a fare inserire prima nella raccomandazione di Gerard Deprez sui progressi compiuti nel 2008 nello spazio di libertà, giustizia e sicurezza (AFSJ) e ora anche nella Relazione Pagano una forte richiesta al Consiglio di adottare una legislazione europea sul riuso sociale dei beni confiscati alle mafie», commenta in una nota Monica Frassoni, capo gruppo dei Verdi/Alleanza Libera Europa, al Parlamento di Strasburgo. La mafia e la criminalità organizzata in generale, sono ormai un fenomeno – continua la Frassoni – con un impatto sociale, culturale, economico e politico sugli Stati membri e i paesi confinanti e deve essere combattuto anche in cooperazione con la società civile e le istituzioni democratiche. Per questo abbiamo voluto ricordare al Consiglio quanto sia importante il sostegno alla società civile nella lotta contro la mafia. Da più di dieci anni infatti grazie alla legge 109/96, fortemente voluta da Libera, le cooperative di Libera Terra coltivano prodotti dalle terre confiscate alle mafie, generando un’economia sana e fuori dall’illegalità».

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