NEWS

Aumentano i reati di ecomafia nel Lazio

Di Valeria Meta il . Lazio

Nel Lazio numeri da record. Questo dicono i dati del rapporto annuale di Legambiente sulla criminalità ambientale per quel che riguarda i reati commessi nella regione. Il dossier Ecomafia 2009 presentato oggi a Roma nella sede di Legambiente, fotografa una realtà inquietante anche per il Lazio. Secondo quanto si apprende leggendo le tabelle elaborate da Legambiente sulla base dei dati forniti da forze dell’ordine e Capitanerie di porto, il territorio laziale si colloca stabilmente fra le prime cinque classificate in ogni categoria di reato, dalla cementificazione abusiva al traffico illecito di rifiuti, passando per l’archeomafia.

Un giro d’affari in grado di muovere capitali sempre più ingenti e che troppo spesso vede la collusione degli ambienti politici, in primis le amministrazioni locali. Il rapporto parla di 291 infrazioni accertate nell’ambito del traffico di rifiuti, cui si devono aggiungere 358 denunce, 172 sequestri e ben 11 arresti: peggio hanno fatto soltanto Campania, Puglia e Calabria (ma degno di nota è il fatto che in quest’ultima regione non sia scattato alcun arresto). Ancora più sconcertante è la situazione per quel che concerne il ciclo illegale del cemento, autentico “cavallo di battaglia” del Lazio, che nel 2008 ha scavalcato la Sicilia e conquistato il terzo posto subito dietro Campania e Calabria; in un anno è quasi raddoppiato il numero di persone denunciate, così come quello dei sequestri effettuati.

Senza dimenticare che nella relazione ispettiva sul Comune di Fondi, inviata dal prefetto di Latina Frattasi al Ministero degli Interni non più tardi dell’8 settembre scorso, si fa esplicito riferimento alle infiltrazioni mafiose nel circuito degli appalti e nell’edilizia. Eppure, come ha sottolineato il responsabile Ambiente del Pd Ermete Relacci –  “non si è ancora provveduto allo scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi e questa mancanza di risposte da parte della politica non può che essere interpretato come un segnale di via libera per la criminalità organizzata”. Il Lazio è in testa inoltre nei reati connessi con il traffico illecito di beni archeologici: lo stesso Francesco Rutelli, ministro dei Beni e le Attività Culturali nella passata legislatura, ha ricordato come nonostante l’attenzione posta sulla provenienza dei reperti che compongono le collezioni, prosperino ancora le campagne di scavo illegali.

Un quadro davvero poco confortante, insomma, sintetizzato dal quinto posto occupato dal Lazio nella classifica dell’illegalità ambientale, con 2086 reati accertati, 2234 denunce, 13 arresti e 915 sequestri. “La situazione del Lazio sorprende solo chi non la conosce – ha detto a margine della conferenza stampa Enrico Fontana del direttivo Legambiente – chi non ha seguito da vicino l’evoluzione del fenomeno criminale mafioso nella regione.  “E’ forte la preoccupazione  – continua Fontana – perchè si moltiplicano i sequestri di abitazioni abusive, sempre più spesso di complessi immobiliari abusivi, soprattutto nelle province del litorale laziale e del sud, ma non solo”.

Tutto questo accade comunque in una regione –  nella quale va detto conclude Fontana –  ci sono anche un’Osservatorio su ambiente e legalità, c’è un’attenzione particolare da parte della Regione e del presidente Marrazzo anche sotto il profilo della cultura della legalità”.

In attesa che anche dalla politica arrivino segnali forti e – soprattutto – concreti nel Lazio rimane alto lo stato di allerta, lanciato anche da Legambiente e ampiamente documentato nel rapporo Ecomafia 2009.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link