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Anche la musica sfida la mafia

Di Antimo Turri il . Lazio

Sabato 2 maggio 2009. Dopo giorni di riunioni e preparativi, questo fine settimana è arrivato. I Modena City Ramblers fanno tappa a Cisterna di Latina, in località Piano Rosso, sui dieci ettari di terra confiscati al boss dei casalesi Francesco Schiavone “Sandokan”. Da qualche giorno abbiamo anche la certezza che ci sarà don Luigi Ciotti. Fantastico. L’emozione è forte. Prima di pranzo, però, qualcosa non va e non dipende da noi: le nuvole scure portano la pioggia che cade e bagna la strumentazione del gruppo e rovina il nostro umore. Salvatore Vecchio, familiare di vittima di mafia, è con noi e fa una previsione in cui tutti speriamo e che si rivelerà veritiera: “Vedrete che smetterà, non durerà così per molto”. Sei forte Salvo! Hai proprio ragione. Il cielo si apre e il sole, prima timidamente, poi con coraggio, caccia via le nuvole e fa tornare l’allegria. Iniziano ad arrivare molte persone, soprattutto ragazzi e i gruppi musicali di Cisterna e di Latina cominciano a suonare. Partecipano all’iniziativa di Libera le Associazioni  il Ponte, i Cittadini,  A.D.M.O. (Latina), e l’associazione Oltre i Confini Onlus. E ancora, i gruppi Agesci “Cisterna 1” e “Latina 1”. E, soprattutto, la Cooperativa sociale “il Gabbiano” che gestisce il terreno confiscato e i cui ragazzi e ragazze, con il loro lavoro, producono il vino bianco trebbiano “Campo libero”, a marchio Libera Terra. Poi, fai un giro tra gli stand o vicino al palco e vedi i volti di quelli che si sono sporcati le mani per organizzare questo sabato. Simona, Nadia, Paolo, Antonio, Dario e sua moglie, Marco. Quindi, un pensiero va a tutte quelle persone che sui territori, ogni giorno, danno continuità all’impegno per una società responsabile. Bando alle chiacchiere, sta arrivando Don Ciotti. Poco dopo le 18 e 30 si fa strada l’auto che lo accompagna e scende, subito assalito da cronisti e da chi non vede l’ora di stringergli la mano. Sale sul piccolo palco allestito per i MCR. “Noi chiediamo allo Stato e alle istituzioni di fare la loro parte, senza sconti per nessuno. Ma non possiamo chiederlo se noi non facciamo la nostra parte tutti i giorni”. Ecco, il messaggio è subito chiaro: impegno, responsabilità. E poi ancora: “È un fatto eccezionale che si canti e si faccia festa sui beni confiscati alle mafie. Anche la musica sfida la mafia”. Tutti sono presi dalle sue parole e dalla forza con cui le pronuncia. Arriva quindi alla conclusione, ricordandoci che la vita vuol dire giustizia, vuol dire verità e troppe stragi del nostro Paese non hanno ancora una risposta. Manca la verità.  Interviene, poi, Salvatore Vecchio e racconta al microfono la storia di suo padre, ucciso dai Santapaola a Catania. Ci emoziona, ci indigna, ci fa crescere dentro la voglia di fare. Torna la musica, ma con un significato ancora più forte di prima. Strumento-voce, note di impegno contro le mafie, contro la prepotenza, contro l’oppressione, contro la violenza, contro chi soffoca le speranze.  Si fa buio. Ma sul palco si accendono le luci dei Modena City Ramblers e i tanti ragazzi presenti iniziano a cantare e a ballare le loro canzoni coinvolgenti. Ma non solo. Don Ciotti balla e tiene il ritmo, con la sua incommensurabile vitalità e gioia di vivere che trasmette a tutti quelli che gli stanno vicino. E’ così che trascorre questo sabato. Con la voglia di cambiare. Accompagnati dalla soddisfazione di trovarsi sulla terra che apparteneva alla morte, all’illegalità, all’ingiustizia ed infamia e su cui ora si lavora con fatica ed onestà, desiderosi di riscatto.

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