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Il dossier “Coca Nera”

Di Norma Ferrara il . Internazionale, Lazio

Presentato stamani a Roma presso la Federazione nazionale della Stampa il dossier ufficiale sul traffico internazionale di Cocaina sulla base dei dati forniti dalle agenzie dell’Onu. Dentro –  si scoprono numeri sballati, conti che non tornano e tante domande senza una risposta. Ne abbiamo parlato con Sandro Donati, autore (insieme a Libera) del dossier “Coca nera”, per capire perchè agenzie internazionali falsano dati su produzione e sequestro di Cocaina nel mondo.

Come si è arrivati al  dossier “Coca nera”?

Dopo anni di attenta analisi dei dati forniti dalle dall’Onu mi sono accorto di  alcune anomalie: i dati della produzione aumentavano, poi diminuivano e poi tornavano nuovamente alti. Qualcosa non andava e ho deciso di occuparmene.

Cosa ha scoperto analizzando i dati ufficiali degli ultimi anni?

Ho capito che questa correzione  dei dati era nata per supportare il cosiddetto “Plan colombia”, lanciato e studiato dagli americani (proprio nel 2001 infatti accade che  l’Onu rivaluti la produzione di cocaina da parte della Colombia proprio per giustificare l’ utilità del Plan). Lo fa raddoppiando le sue stesse stime precedenti, dunque da 300 passa a 695 scoprendo a tavolino la “bomba colombiana”. Negli anni successivi quando il piano è entrato in azione, l’Onu ha imboccato la strada della discesa  per far vedere che il Plan colombia aveva dato i suoi frutti. I numeri sono dunque tornati da    695 a 390. Nel frattempo però i sequestri di cocaina nel mondo hanno raggiunto quasi il livello della stima della cocaina prodotta fornita dall’Onu. L’agenzia finisce dunque per inserirsi in un vicolo cieco. E consente di scoprire che i dati sin ora forniti inaffidabili; nel frattempo però ho deciso di portare avanti il mio studio.

Nuovi numeri sul traffico di Cocaina?

Esatto. Considerando falsati i dati ufficiali ho deciso di lavorare sulla realtà produzione di Coca nel mondo. Così, mentre l’Onu basa le sue stime su un sistema di rilevazione satellitare (costoso e una tantum) attraverso le immagini  io invece l’ho tarato in relazione al suolo. Ovvero: i corpi militari colombiani ogni qual volta scoprono un laboratorio clandestino ne danno comunicazione ufficiale sui loro portali on line. Consultando e monitorando questi siti è stato possibile creare un data base gigantesco, complesso, attraverso cui si scopre che la quantità  di Cocaina prodotto al mese è pari a quello che sin ora l’Onu stima su un intero anno!

 Perchè? è plausibile pensare che queste stranezze siano anche dovute ad una continguità fra gli interessi della criminalità organizzata che opera nel narcotraffico e alcuni appartati internazionali “istituzionali”?

Non solo è possibile, ma al termine della mia inchiesta possiamo dire che il traffico della Cocaina è “anche” gestito dalla criminalità organizzata. E’ certo che senza il sostegno non chiaro, ambiguo, nascosto degli apparati istituzionalim di per sè il narcotraffico non arriverebbe ad avere tutto questo potere a livello internazionale.

Adesso resta da capire se gli organismi responsabili, i media e la società civile vorranno o meno fare i conti con queste verità. Altrimenti  – come commenta Sandro Donati – ” se queste circostritte e documentate prove non saranno sufficenti a smuovere questo sistema che alimenta il traffico di droga nel mondo, vorrà semplicemente dire che ci siamo meritati gli organismi internazionali attuali. E le loro bugie ancora una volta  nate e cresciute per scopi politici e economici. 

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