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Puglia: una nuova emergenza rifiuti

Elena Mazzocchi il . Dai territori, Puglia

Una lotta fra associazioni di cittadini e la società che smaltisce rifiuti, un presidio che dura da nove mesi, una battaglia di carte fra tribunali e amministrazioni locali: Grottaglie e Fragagnano, due comuni in provincia di Taranto, rischiano di diventare il nuovo centro di tensione nella guerra dei rifiuti, dopo il disastro campano.

A innescare la miccia, quattro anni fa, la notizia dell’apertura a Grottaglie di un megaimpianto per lo smaltimento dei rifiuti da 2.200.000 metri cubi, equivalente alla cubatura dell’intera città, da parte della società Ecolevante. In questa occasione i cittadini vengono a sapere che in realtà nell’area erano già funzionanti due impianti, della cui esistenza non erano mai stati informati e per cui non avevano dato il consenso, come invece obbliga la legge. Non basta: il nuovo impianto, situato in località La Torre-Caprarica, è destinato allo smaltimento di rifiuti speciali (prodotti cioè da lavorazioni industriali e artigianali, attività sanitarie, oltre che macchinari e combustibili), provenienti da altre regioni, e non a quello dei rifiuti urbani locali, smaltiti a Manduria.

Nasce allora il comitato “Vigiliamo sulla discarica”, formato da una decina di associazioni e alcune centinaia di cittadini, che intraprende una complessa azione legale contro la Ecolevante, ancora non conclusa.

Dalle indagini del comitato si scopre che la discarica dovrebbe sorgere in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici (il nascente Parco delle Gravine) e disseminata di masserie, in cui sorgono l’antico santuario della Madonna delle Grazie e una casa famiglia per disabili attrezzata per l’ippoterapia; ma, soprattutto, nella quale passa l’acquedotto che porta l’acqua nelle case dei cittadini. Il comitato teme che l’attività della discarica, destinata allo smaltimento di scarti industriali, possa inquinare le falde. Per questo richiede analisi accurate compiute da organismi indipendenti (AUSL, Servizio Ecologia e Ambiente, ARPA), cosa che non si è finora verificata, dato che per il monitoraggio delle due discariche già attive il Comune si è “accontentato” di pochi dati provenienti dalla stessa Ecolevante.

2 – continua

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