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I frutti buoni della Puglia che si impegna

Di Cosimo Marasciulo il . Dai territori, Puglia

    Dal ricordo nasce l’impegno.
Nel ricordare le tante troppe vittime delle mafie non solo manteniamo
viva una parte importante della storia del nostro Paese ma impariamo
qualcosa. Attraverso i racconti dei loro famigliari impariamo la forza,
la costanza, la pazienza di lottare, combattere, chiedere giustizia.
Perché dietro ogni nome c’è una famiglia, ci sono dei genitori, dei
figli, delle mogli, dei mariti. Ogni vittima di mafia lascia un vuoto
incolmabile, fatto dall’irrazionalità che accompagna la scomparsa improvvisa
di un caro e dalla violenza spietata e vigliacca dell’agire mafioso.
Spesso inoltre a questo vuoto si aggiunge la difficoltà del rapporto
con lo Stato, con le istituzioni che spesso dimenticano, tergiversano.

    Dopo il 15 marzo a Bari, giorno in cui oltre centomila persone hanno
camminato insieme a trecentocinquanta famigliari, li hanno ascoltati,
e ne hanno condiviso le storie e il coraggio, la Puglia ha deciso di
rimanere vigile nel suo impegno e nella sua voglia di cambiamento.
Il 31 marzo si sono svolte, infatti,  due differenti iniziative
per ricordare due importanti figure della storia pugliese. Renata Fonte
e Francesco Marcone. Lei di Nardò in provincia di Lecce, lui di Foggia.
Due persone che non si conoscevano ma che condividevano lo stesso amore
per la giustizia e la democrazia. E che purtoppo la mafia ha accomunato
anche nella sentenza di morte. Renata Fonte è stata assassinata a pochi
passi dal portone di casa la notte fra il 31 marzo ed il primo aprile
1984, mentre rientrava da un Consiglio comunale. Come Assessore Comunale
alla Cultura e alla Pubblica Istruzione si stava dedicando tra le tante
cose anche  alla difesa dalla lottizzazione e dalla speculazione
edilizia del parco naturale di Porto Selvaggio.

     Il 31 marzo 1995 anche
Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del Registro di Foggia, stava
rientrando a casa e proprio mentre tornava dall’ufficio i sicari della
mafia lo hanno ucciso. Qualche giorno prima aveva inviato alla Procura
della Repubblica un esposto contro truffe perpetrate da ignoti falsi
mediatori che garantivano, dietro pagamento, il rapido disbrigo di pratiche
riguardanti lo stesso ufficio. Due figure importanti per la storia della
Puglia che oggi sta cambiando anche e soprattutto grazie al loro coraggio.
I semi crescono, germogliano e danno frutti, così come il coraggio
e l’impegno, che sono virtù che si coltivano quotidianamente. E oggi
quotidianamente la Puglia può contare anche sulla forza e la determinazione
di Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, e Daniela Marcone, figlia
di Francesco. Per rompere il silenzio, per ricordare, per denunciare,
ma anche e soprattutto per ricordarci che la vita è bella e che va
vissuta fino in fondo mantenendo alti i valori della giustizia, della
legalità e della solidarietà.

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