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Vincere l’omertà e la diffidenza a Casal di Principe

Stefano Fantino il . Campania, Dai territori

di Stefano Fantino
Il tratto di strada che separa Aversa da Casal di Principe non è particolarmente consistente, ma in pochi minuti di automobile l’aspra realtà della zona casalese appare in tutta la sua drammaticità. Aree completamente abbandonate, discariche di rifiuti a cielo aperto, una città con viuzze simili a budelli, dove perfino la presenza di un marciapiede è negata.Dopo l’esordio a Polistena, Libera Informazione tocca la Campania partendo dal casertano, grazie a un seminario organizzato con l’aiuto di Valerio Taglione e Raffaele Sardo, referenti locali di Libera, animatori con i giornalisti e i molti giovani presenti di un interessante dibattito all’interno della Casa della Legalità, un bene, il primo nel casertano, confiscato ai camorristi.

Casal di Principe, conosciuta a livello nazionale grazie ad un caso letterario particolarmente fortunato, rivive nelle parole e nei pezzi dei giornalisti che hanno partecipato al seminario. Ad esempio nelle parole di Raffaele, studente venticinquenne che proprio nella giornata dell’incontro ha visto pubblicata su Repubblica una lettera indirizzata a Corrado Augias, dove, con estrema sintesi, analizza la situazione del casertano, e che apre i lavori leggendo quelle poche righe davanti ai presenti. Poche righe che denunciano oltre al degrado ambientale, soprattutto il degrado morale e la necessità di riscossa in una terra difficile; dei punti interrogativi utili per partire con la discussione.

Dibattito che non può che partire dalla situazione dell’informazione nel casertano: monca, parziale, in alcuni casi in mano alla camorra. Questa denuncia arriva da Raffaele Sardo che parla esplicitamente di “bollettini della Camorra” citando il “Corriere di Caserta” e “La Gazzetta di Caserta”. Due giornali che mutuano dai clan l’aggressività esplicita del linguaggio, che impongono di scrivere pezzi sotto dettatura, che permettono ai boss di scrivere e mandare in circuito i propri pezzi. Quando il controllo non è diretto, la strada delle minacce risulta la più praticata. E allora può capitare che alcuni colleghi, per smascherare una notizia contraffatta riguardo un bene confiscato ai camorristi ma ancora in pugno ai clan, decidano di documentare con alcune foto la situazione dell’immobile imbattendosi in un summit inaspettato tra un boss e un imprenditore.

Con conseguenti minacce da parte dei camorristi.A coordinare il seminario le lucide parole di Roberto Morrione che tratteggia le finalità dell’osservatorio in un semplice ed efficace “assolvere a quel debito che l’informazione ha con la democrazia”, per evitare che l’approccio giornalistico si cibi solo di emergenza, ripudiando l’approfondimento e la volontà di conoscere e far conoscere.L’invito del presidente di Libera Informazione e del coordinatore Lorenzo Frigerio, che parla di necessità di “confrontarsi, fare rete per evitare l’isolamento e delegittimare il padrone in redazione”, hanno rapidamente innescato un fitto dibattito, con interventi da parte di colleghi esperti ma soprattutto di giovani giornalisti, affascinati da questa proposta, dall’approccio multimediale e dalla possibilità di creare un network che dia nuova linfa ad un giornalismo come quello dell’area casertana.

Dalle corrispondenti de “Il Mattino” ai giovani cronisti dei giornali provinciali, la denuncia di situazioni di censura e di precariato che molto spesso uccidono sul nascere gli articoli, le inchieste, i reportage. Accanto a ciò però la passione per un mestiere e soprattutto la volontà di cogliere l’occasione per mettere in comune documenti, informazioni, pezzi. A riprova di questo, l’idea lanciata da Tina Cioffo di organizzare stabilmente un presidio giornalistico locale che riunisca i partecipanti all’iniziativa per meglio coordinare insieme ai referenti di Libera Caserta il materiale che su Libera Informazione, avvalendosi del sito multimediale, troverà spazio e visibilità altrimenti negata. Un nodo vitale di una rete che sta prendendo forma. Nel pomeriggio lasciamo Casal di Principe, in direzione Napoli. Mentre i rifiuti ammassati fuori dal cimitero ci sfilano davanti agli occhi pensiamo al fermento vivo e costruttivo che ci ha portato questa giornata di lavoro. Al quale daremo molto presto delle risposte.

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