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È morto un prete a Catania

Riccardo Orioles il . Dai territori, Sicilia

di Riccardo Orioles [peacelink.org/sanlibero/” target=_blank>Catena di San Libero]Così, fece domanda per un posto di parroco nel quartiere più miserabile di Catania, al Pigno. Lo accontentarono rapidamente: non c’erano rivali. Lasciò il palazzo del vescovo, e andò a vivere lì: benedicendo, consigliando, aiutando, difendendo la gente – un prete. Questo per quarant’anni. Poi è morto. Il vescovo ha mandato le condoglianze, sul giornale locale è uscito un trafiletto. La gente del Pigno ha pianto. Tutto qui.

Io, quando l’ho saputo, ho pensato d’istinto al segretario del Pci del mio paese, Tindaro La Rosa. Anche lui, giovane avvocato, aveva piantato tutto per andarsene a stare in mezzo ai contadini. Anche lui, quarant’anni di lotte e fatiche in mezzo ai poveri; uno di loro. Anche lui, come Concetto Greco, era un uomo colto, un intellettuale (padre Greco è stato uno dei primi lettori della Catena. Seguiva gli avvenimenti del mondo; scriveva su internet, la sera); sapeva improvvisare brindisi in rima, citare con proprietà Marx o Croce. Ma questo eccezionalmente, come riandando un attimo – e non senza rimpianto – al mondo da cui era volontariamente uscito. Anche lui, dalla vita, ha avuto un premio solo: i proletari piangevano, al suo funerale. Come per padre Greco, come per i Licausi o i Torres, per tutti quei poveri maestri che a un certo punto hanno deciso di mettere la loro vita là dove mettevano le loro parole.

Questa non è una storia di preti: si parla proprio di noi, di noi intellettuali. Le stesse gite sull’Etna, gli stessi libri, la stessa ingenua ambizione e la stessa pietà umana hanno attraversato la gioventù del ragazzo Concetto e di qualche suo coetaneo “di sinistra” (ho dei nomi) della Catania di allora. Ma non con lo stesso esito: nell’uno ha prevalso la “politica”, nell’altro la pietà. Cioè, marxisticamente, la soprastruttura e la struttura. Di due ragazzi, così, uno diventa un “intellettuale organico” (al proletariato, alla classe) cui Gramsci stringerebbe volentieri la mano; l’altro un mandarino dell’establishment, di destra o “di sinistra” importa poco.
L’illustre professor Barcellona, teorico insigne ma mai visto al Pigno (o contro i cavalieri) è di destra. Il povero padre Greco (ma lui, leggendo “povero”, sorride con ironia) è decisamente la sinistra. E il primo sospira, s’agita, si dibatte (la “crisi del marxismo” e compagnia bella), il secondo tranquillamente va per la sua strada, sapendo che altri andranno avanti dopo di lui. E già in questo momento, nel povero quartiere, ci sono ragazzi che girano, studiano, impaginano il loro giornale: gratis, tranquillamente, per il puro piacere di fare una cosa utile alla loro gente. Un giorno, se avranno tempo, spiegheranno ai compagni “politici” cos’è la rivoluzione. O forse no, perché teorizzare tutto sommato non gl’interessa.

[foto tratta dall’edizione PDF online di “la periferica”]

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